“Come Bolt? Sono del Caribe. Nessuno mi ha mai cronometrato sui 100: sono potente, più che veloce. Gioco per la squadra. Però è vero che un attaccante parla con i gol”. Carlos Bacca, dalle pagine de La Repubblica, si prepara in vista del derby di domani.
Ora incanta San Siro, ma prima non vendeva pesce, ci tiene a precisare. “E’ una leggenda, nasce dal fatto che i miei lavoravano in quel campo. Mi tengo l’analogia con un grande del Milan come Gattuso, che ha una pescheria. Il resto è vero. Giocavo nell’Aurora e mi guadagnai il provino decisivo, fino al debutto con Julio Comesaña”. Una gavaetta lunga: “L’importante è arrivare in alto e restarci. Ho ancora 29 anni, non mi voglio fermare. Il Milan è il posto giusto. Non l’ho scelto per i soldi, avrei guadagnato di più in Cina, in Arabia o in Inghilterra. Mi affascina l’obiettivo: tornare in Champions”.
Ritorno ai vertici: “Da 3-4 anni il Milan non sta al suo posto, in alto. Si è rafforzato e ha un allenatore dalle idee chiare. Lasciare Siviglia, dove stavo benissimo con mia moglie Shayira e i miei due bambini, Carlos Daniel di 5 anni e Karla Valentina di 2, non è stato semplice. Gioco nel campionato che vedevo in tv e sognavo da piccolo. Non mi spaventano le responsabilità, però siamo una squadra. C’è anche Balotelli: se sta bene, è eccezionale. Senza dimenticare gli infortunati, Ménez e Niang. Qui c’è davvero una sana concorrenza”. Sul derby: “L’ho capito già allo Junior, quando ne vinsi subito uno con una doppietta, e naturalmente a Siviglia, dove ho vinto e segnato contro il Betis: il derby non si gioca, si vince“.
This post was last modified on 12 Settembre 2015 - 20:33