Ferragosto è risultato per diversi decenni il giro di boa delle vacanze per milioni di italiani che si godevano le meritate vacanze, sotto ombrelloni in riva al mare alloggiati nei cento mila hotel “Bellavista” presenti lungo la nostra penisola. Ma per chi è un tifoso appassionato di calcio, non è altro che il conto alla rovescia che lo condurrà alle vibranti ultime giornate di mercato e alla prima partita ufficiale della stagione per la propria squadra del cuore.
In questa estate 2015, esenti da queste gioie per alcuni anni spesi in nome della totale austerità, ci sono anche i milanisti come me che, in astinenza di calcio giocato come un eroinomane degli anni 80, non vedono l’ora che la stagione inizi e che la propria squadra si dimostri finalmente competitiva per i piazzamenti che le competono.
Come accade però da diverso tempo, la tifoseria milanista si trova nuovamente divisa in due fazioni ben distinte. Da un lato i fiduciosi e ottimisti pronti ad additare il poco attaccamento ai secondi che, scettici e ancora scottati dalle recenti gestioni societarie, analizzano con criticità ogni acquisto eseguito finora. La domanda è una e dannatamente scontata. Il Milan 2015/16, può ritenersi pronto per affrontare al meglio la stagione che vedrà il suo inizio con il “triste” e ufficiale esordio in coppa Italia? Che il vento sia cambiato, lo dicono i fatti e soprattutto i numeri segnati in rosso nella colonna “spese” del bilancio rossonero. 83 milioni, i soldi spesi fino al momento dai dirigenti di via Aldo Rossi, sono parecchi soldi. Per alcuni troppi, visti i nomi dei giocatori acquistati, ma pur sempre spesi per rafforzare il nostro Milan. Inutile perdersi in previsioni su top e flop vari. Inutile farlo guardando la nostra rosa, ancor di più commentando le campagne acquisti altrui.
Quello che possiamo invece evidenziare senza possibilità di smentita, è la completa mancanza di un faro che illumini il cammino di rinascita di questo Milan 2.0. L’allusione alla necessità di un centrocampista di qualità è chiara. Non c’e’ auto, neppure la piu’ lustrata e dotata di optional, che possa muoversi senza motore. Ed il Milan di questo motore ha un dannato bisogno, oggi più che mai. Il precampionato e le sue amichevoli hanno regalato parecchi spunti agli opinionisti da divano. La grinta di Sinisa Mihailovic è in corso di incisione sulla pelle dei ragazzi. Così come le sue conferenze stampa che non appaiono più dei banali comunicati dettati dai piani alti, bensì un connubio di positività e critica che non sembrava poter piu’ risiedere in quel di Milanello. I nuovi innesti si stanno integrando con i loro nuovi compagni e, chi più o chi meno, stanno già dando il loro contributo alla causa, leggesi Bacca.
Ma l’impressione è che questo sviluppo sia rallentato dalla mancanza di qualità nella zona nevralgica del campo. Rivedere le immagini da Champions, fa capire quanto si sia lontani da quella qualità firmata Pirlo, Seedorf e Manuel Rui Costa. Con Gattuso a fare il Gattuso, senza richieste assurde di regia come accade tutt’oggi con il pur sempre generoso Nigel De Jong. Bertolacci è potenzialmente un ottima mezz’ala, inutile sperare in qualcosa di più. Mentre il paventato Soriano non è altro che un ennesimo anonimo giocatore della pasta dei vari Poli, Nocerino e compagnia bella. Insomma, inutile alla causa. La ricerca di tale figura, nelle restanti due settimane che ci dividono dalla chiusura del mercato, appare ardua e complicata. Serve un giocatore Top e tali giocatori non lasciano le rispettive squadre senza poter essere degnamente sostituiti dalle loro società. La mancanza di attenzione a tale reparto, è quindi da additarsi nuovamente alla società e al suo dirigente massimo, in tema di mercato.
Mi troverete ripetitivo ma credo proprio che la ostentata e pubblicizzata capacità del Re del Mercato, abbia fatto il suo tempo. Se mai sia esistita. Tra le citofonate ai giocatori e le innumerevoli cene, i giocatori acquistati dal Milan lo hanno fatto alla quotazione richiesta dal venditore. Non un euro di meno. Dal lato cessioni invece, ci sono da annotare dettagli come quello che ha visto Rami, giocatore discreto e dalle diverse presenza in campionato, essere ceduto ad un terzo del valore con il quale è stato ceduto Ogbonna, cosi’ inutilizzato da non essere fermato per gli autografi neanche dai suoi parenti più stretti. Insomma, comprare male e vendere peggio, non giustifica tanta ammirazione per un dirigente che ha oramai fatto il suo tempo e dopo il quale, si potrebbe davvero parlare di nuovo corso.
Nella speranza che il Condor agisca a sorpresa e ci regali il tanto agognato regista, non ci resta che goderci le progressioni di Bacca; il sacrificio e la buona volontà di L. Adriano e le sorprese Rodrigo Ely e Calabria. Se la quotazione di Romagnoli, costringe il giocatore ad elevarsi automaticamente a livello di top player dal quale esigere un apporto costante, l’italo brasiliano è la vera nota lieta di questo periodo di preparazione. Lucido, testa alta e dal buon piede, Rodrigo formerà la coppia di centrali del futuro insieme ad Alessio. Ne sono certo. Per quanto riguarda il giovane terzino, sembra padroneggiare la fascia senza il benché minimo tentennamento. Appena arrivato in rosa, sembra essere il padre di un De Sciglio che rischia di passare dallo stato di “acerbo” direttamente a quello di “ammuffito”. Un po’ come le banane del supermercato, maturate a forza per esigenze commerciali.
Questo nuovo Milan prende dunque lentamente forma e le possibilità di ritornare competitivi ci sono tutte. Ma illudersi di esserlo già da ora, è da sognatori d’altri tempi. Le concorrenti si stanno rafforzando e guardare i problemi dei cugini nerazzurri per valutare la forza di questo Milan, sarebbe un grave errore di valutazione.
Serve un piccolo grande sforzo ancora e la società deve prodigarsi a farlo. E non mi riferisco all’arrivo di Ibrahimovic. Lui è una storia a parte, lui è illegale. Lui è Ibra, punto e basta.
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Alessandro Jacobone
This post was last modified on 16 Agosto 2015 - 10:26