La giornata di domenica 2 agosto sarà ricordata nella storia del Milan come quella dello storico passaggio del 48% della società dalle mani di Berlusconi a quelle di Bee Taechaubol.
La Gazzetta dello Sport ricostruisce la giornata di ieri con la firma avvenuta in Sardegna che ha ufficializzato il passaggio di parte della società Milan alla cordata di Mr. Bee. Villa Certosa è stata la location ideale per cementare il patto di fiducia tra Berlusconi e Bee e per dare il via libera definitivo all’affare.
Restano dettagli da limare, bisognerà attendere il closing previsto per settembre per i comunicati ufficiali di Fininvest e della società di Bee ma già ieri l’uomo d’affari thailandese ai microfoni di Sport Mediaset si è detto contento ufficializzando, di fatto, l’accordo: “Abbiamo firmato un accordo che permette ai nostri investitori di cominciare a lavorare molto presto per il club” e delinea già gli obiettivi: “Siamo d’accordo, vogliamo far crescere il Milan ancora di più in tutto il mondo. Mi vedrete più spesso a San Siro nelle vesti di tifoso con il presidente Berlusconi. Per vincere insieme”.
A proposito di fiducia pare che Berlusconi abbia concesso a Bee un bonus eliminando il Term Sheet, l’accordo vincolante che prevedeva penali in caso di inadempimento, aspetto poco gradito a Mr. Bee, firmando un vero e proprio preliminare di vendita.
In società l’assetto cambierà radicalmente: a Berlusconi, presidente, si affiancherà proprio Bee con la carica di vice presidente. Il broker porterà anche uomini di sua fiducia nel consiglio di amministrazione, 5 consiglieri su 13, gli altri 7 saranno di nomina Fininvest. Infine, accanto a Barbara Berlusconi ed ad Adriano Galliani, si insedierà un terzo amministratore delegato, uomo di Bee, che avrà come campo di operatività l’espansione del marchio Milan fuori dall’Europa. A Lady B. resterà, dunque, il mercato europeo ed il progetto stadio.
Il piano industriale prevederà innanzitutto la ristrutturazione del debito, circa 250 milioni al 31 dicembre 2014, questo permetterà di liberare il mercato dai vincoli del fair – play finanziario. L’obiettivo è tornare protagonisti sul mercato e, di conseguenza, in campo sia in Italia che in Europa. Fondamentale sarà il ritorno in Champions League con il fine ultimo di stabilizzarsi nel G8 dei top club continentali. La speranza è di raggiungere un fatturato di 350 milioni annui e questo attraverso una commercializzazione aggressiva del brand Milan in Asia anche grazie alla collaborazione con nuovi partners, primo fra tutti il governo cinese. Raddoppiare il valore del Milan non è una meta irraggiungibile e il termine per farlo è circa 18 mesi: il tempo necessario per la quotazione in borsa, probabilmente Hong Kong, della società meneghina.
Infine la questione stadio: dopo il closing Bee approfondirà con Barbara Berlusconi anche il progetto stadio che vorrebbe la nuova casa del Milan in zona Portello. Per ora, però, è tempo di brindare al nuovo patto del diavolo.