Sincero, coraggiosso e diretto. Forse spavaldo, ma senza paura di esprimersi, di esporsi e di… Ibra. Jeremy Menez oggi al Corriere dello Sport risponde presente e lancia la sua nuova sfida per la prossima stagione. Al Milan, perché non vuole andare via. Ecco l’intervista.
Sul bilancio della scorsa stagione: “Negativo perché non abbiamo raggiunto la qualificazione né in Champions né in Europa League. Nei primi 4-5 mesi siamo andati bene, poi sempre peggio. Dono Natale abbiamo collezionato troppe sconfitte e in quel modo era impossibile arrivare fra le prime. A livello di gol è stato l’anno migliore, ma non basta segnare: per me conta più un assist decisivo ad un compagno ed essere decisivo per la squadra. Adesso dobbiamo pensare solo alla prossima stagione“.
Menez, egoista o innamorato del pallone? “Nessuna delle due. Nel calcio e nella vita non puoi piacere a tutti, però ci sono i numeri che fanno capire che non sono egoista: date un’occhiata a quanti assist ho fatto in carriera da quando avevo 18 anni…“.
Su Mihajlovic: “Di lui ho avuto subito una buona impressione, ci si allena tanto e stiamo facendo un bel lavoro sia dal punto di vista fisico che tattico. Mi ricorda Spalletti, anche lui puntava molto su corsa e movimenti“.
Sullo scudetto: “Il Milan deve sempre puntare all’obiettivo più alto possibile, noi che andiamo in campo abbiamo l’obbligo di dare tutto per provare a qualificarci alla prossima Champions e magari anche di più. Juventus? Rimane una grandissima squadra e noi dobbiamo rispettarla per quello che ha fatto in questi anni, ma il calcio si gioca in campo e i pronostici sono fatti per essere smentiti“.
Su Ibrahimovic: “Trasformerebbe la squadra, saremmo da scudetto. E’ uno che segna sempre, vuole sempre vincere e ti porta a rendere al massimo. E’ uno dei più forti al mondo. Il nostro rapporto al PSG era ottimo, pure su questo sono state scritte tante bugie: sarei contento di averlo come compagno“.
Senza Europa: “Mi pesa perché si gioca belle sfide e per il secondo anno di fila durante la settimane starò a casa: stare con i miei familiari mi piace, ma la musichetta della Champions preferisco sentirla dal vivo e non in Tv“.
Su Kondogbia: “Uno forte e con grande futuro, spero farà bene e sia felice perché è un bravo ragazzo e se lo merita. Il derby però lo voglio vincere io“.
Sul suo ruolo: “Sono a disposizione dell’allenatore, con cui ho già parlato della mia posizione. Non posso dire niente ma fra poco vedrete, sto bene e sono quasi pronto. Non ho disimparato a stare dietro alle punte o a sinistra, sono due posizioni che mi piacciono tanto almeno quanto fare la prima punta“.
Nessun addio: “Sono i giornalisti inglesi e francesi che vogliono che vada via da Milano, ma io sto bene qua e non ho intenzione di andarmene. Inizio con grandi motivazioni e con la convinzione di togliermi delle soddisfazioni. Sono arrivati giocatori che renderanno il Milan più forte, però ora dobbiamo fare bene perché non mi piace chi fa il cinema fuori e poi sparisce in campo… Ripetermi? Perché non dovrei, nella mia carriera ho sempre fatto gol e giocato bene: se volete sapere la verità , nel 2015-2016 voglio fare ancora meglio di prima“.
Su Bacca e Luiz Adriano: “Il primo hanno visto tutti quanti gol ha segnato al Siviglia, il secondo ha dato una grossa mano allo Shakhtar anche in Champions e speriamo si ripeta anche con noi“.
Su Berlusconi: “Capisce di calcio, per questo gli piace il mio gioco… (ride)”.
Il calcio di Jeremy: “E’ sempre stato un divertimento, una passione più che un lavoro. Seguo il mio istinto e la fantasia, ma so bene che in una squadra l’equilibrio è importante“.
Sulla Nazionale: “Ci penso, ma devo far vedere il mio valore e meritarmi sul campo la convocazione. E’ passato troppo tempo dall’ultima. So che Deschamps mi segue, sta a me metterlo in difficoltà : voglio continuare a dare il massimo per non avere rimpianti“.
Il sogno: “Vedere il Milan che duri ad alti livelli dall’inizio alla fine della stagione. Vogliamo arrivare il più in alto possibile. Tatuaggio in caso di scudetto? AL PSG non l’ho fatto, al Milan vedremo“.