Lo ha dichiarato a più riprese e, salvo sorprese, sembra intenzionato a confermarlo. “Non mi muovo dal Milan” è il mantra di Jeremy Menez che, al netto della peggior stagione rossonera dell’epoca berlusconiana, sembra aver trovato la propria dimensione ideale. Tanti palloni giocati, praticamente nessuna panchina e un fatturato offensivo unico in carriera -16 gol, di cui 8 su rigore- ne hanno fatto il vero punto fermo del Milan dello scorso anno. In una squadra che ha acquistato Carlos Bacca e Luiz Adriano, sarà difficile rivederlo come unico terminale offensivo della manovra, in quella posizione di falso nueve che ha portato più vantaggi a lui che alla squadra.
Menez non ha comunque mai chiesto di andar via e, complice anche la stima quasi incondizionata del presidente Berlusconi, il club rossonero gli sta studiando una nuova collocazione. Galliani ha suggerito, in una dichiarazione alla rosea passata sottotraccia, una posizione da trequartista alle spalle delle due punte, ed ora toccherà a Mihajlovic trovare la soluzione più adatta. Finora escluso dalle amichevoli per la degenza dovuta all’operazione estiva, il francese dovrà comunque garantire una disciplina tattica diversa rispetta al passato, nell’economia del sistema di un allenatore esigente come quello serbo. Le qualità tecniche non mancano, mentre bisogna testarne visione di gioco e disponibilità al sacrificio, sempre che una collocazione troppo rigida non finisca per limitarne il talento.
Buona parte del futuro di Menez dipende comunque dall’eventuale arrivo di Zlatan Ibrahimovic, che sarebbe in grado di stravolgere qualsiasi gerarchia di uomini e ruoli all’interno della squadra. Lo svedese e il francese hanno già dimostrato feeling fuori dal campo nell’avventura al PSG ma, sul rettangolo di gioco, si tratta di due giocatori che privilegiano palla tra i piedi e ampio raggio di azione. Finora Mihajlovic non ha sbagliato un colpo e se, come sembra, non si dovessero riaccendere sirene di mercato inglesi, potrà dimostrare anche con Menez di saper declinare il talento individuale a disposizione della squadra.