Mihajlovic pensa ad un El Shaarawy alla Di Maria. Ma…

Il Milan di Sinisa Mihajlovic cambia modulo: si passa dal 4-3-3 delle ultime precedenti versioni targate Seedorf e Inzaghi, al 4-3-1-2 voluto fortemente dal tecnico serbo. Un modulo che costringerà a cambiare ruolo ai numerosi esterni offensivi che il Milan si ritrova attualmente in rosa. Uno su tutti: Stephan El Shaarawy. Con questo sistema di gioco, il Faraone, non potrà più partire da destra per poi accentrarsi verso il centro e cercare la conclusione o i compagni come tanto ama fare, ma dovrà cambiare tipologia di giocate e modi di agire in campo. Ed è così che nelle ultime ore, per stessa ammissione di Mihajlovic, è nata un’idea molto suggestiva: provare El Shaarawy a centrocampo, ad agire da mezzala.

Per ora solo un’idea che ha il copyright di Silvio Berlusconi e che con ogni probabilità sarà sperimentata nelle prime partitelle in famiglia e nelle prime amichevoli estive. Una suggestione che porta dietro di sé, però, parecchi dubbi ed incertezze. El Shaarawy ha sempre avuto una grandissima facilità di corsa e tanto spirito di sacrificio che, spesso e volentieri, lo hanno portato a ripiegare in fase difensiva a fare il terzino aggiunto durante gli attacchi degli avversari. Se questo è un suo punto a favore, però, per un’eventuale esperimento da centrocampista, ci sono alcuni compiti della mezzala che sembrano non essere proprio nelle sue corde. In mezzo al campo, infatti, bisogna pensare di più, leggere la manovra e anche prevedere lo sviluppo del gioco in entrambe le fasi. Stephan potrebbe riuscire a fare tutto ciò?

Noi, sinceramente, nutriamo qualche perplessità su tutto questo ed è facile pensare come, un calciatore che arriva da due anni complicati, tanti infortuni e tante critiche, possa ritrovare fiducia e certezza, facendo le cose semplici, facendo quello che sa fare meglio. In questo caso, infatti, sarebbe molto meglio un El Shaarawy seconda punta ad agire alle spalle della prima punta, girargli intorno e cercare allo stesso tempo inserimenti e conclusioni. Così come fece benissimo nella prima parte della stagione 2012/2013, quella in cui esplose, quella in cui dietro a Pazzini e davanti al trequartista Boateng, segnava e faceva giocate da fenomeno. Magari si potrebbe ripartire da lì, magari Mihajlovic riuscirà a trasformare il Faraone in mezzala, come è successo a Di Maria, ma lì ci si trova di fronte ad un campione già affermato, cosa che El Shaarawy deve ancora dimostrare di essere.

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