Giù le mani da De Jong: non è lui l’origine dei problemi rossoneri

Simone Basilico è nello staff di SpazioMilan.it dalla sua nascita, l’8 marzo 2011, ed è una delle prime firme del sito, specializzato nel settore giovanile rossonero.

“Parole, parole, parole” ero lo straordinario tormentone dell’estate del 1972, cantato da una inarrivabile Mina. Poco più di quarant’anni dopo, il nuovo leitmotiv dell’estate rossonera è diventato “qualità, qualità, qualità”, come se non si potesse giocare a calcio con una squadra priva di questo elemento mistico. E infondo avete ragione: non può esistere uno squadra vincente senza un’eccellente qualità di gioco, frutto di una manovra costruita da piedi sapienti e menti visionarie. Ma perché tutti i problemi del Milan vengono addossati a De Jong, il regista del Milan negli ultimi tre anni?

Sono arrivato alla conclusione che il problema di Nigel De Jong deriva dal suo passato. Arrivato in rossonero nell’estate del 2012, il soprannome che si portava dietro l’olandese era “Pitbull”, il che è già un elemento discordante se devono affidarti le chiavi di un centrocampo di una squadra di calcio. Ma in tre stagioni De Jong ha giocato 90 partite e segnato sette gol: qualcuno se ne era accorto? Ha collezionato 24 cartellini gialli e nemmeno uno rosso. E non passa giorno che un tifoso rossonero non sogni un nuovo regista centrale di centrocampo, capace di far girare la squadra a meraviglia per costruire fantomatiche geometrie di gioco. In realtà il calcio è una materia talmente imprevedibile che addossare tutte le colpe su De Jong pare fuori luogo: l’ultimo scudetto rossonero venne vinto con Van Bommel titolare e Pirlo in panchina, il grande Barcellona e la straordinaria Spagna degli ultimi sette anni hanno vinto tutto con Sergio Busquets nel ruolo di regista. Il Bayern Monaco di Guardiola, per arrivare ai giorni nostri, ha dato che le chiavi del centrocampo a Lahm.

Cosa vuol dire? Significa che il problema attuale del Milan non è la mancanza di qualità nel regista di centrocampo, ma della pochezza tecnica dei compagni di reparto (e soprattutto nei difensori centrali) che devono essere coloro che costruiscono il gioco. Non sarà un fenomeno, ma è un guerriero insostituibile: giù le mani da De Jong!

Twitter: @SBasil_10

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