Il nuovo allenatore del Modena, Hernan Crespo, ha parlato alla Gazzetta dello Sport. Queste le sue dichiarazioni: “Sono prontissimo e non ho paura di bruciarmi. Ai dirigenti del Modena, Caliendo e Taibi, ho detto di darmi la macchina: tocca a me svilupparla. E’ un po’ come succede in Formula Uno… Mi fanno ridere gli allenatori che partono dicendo di giocare con il 4-3-3, o con il 4-4-2, o con il 3-5-2, ma che magari non sanno ancora quali elementi avranno a disposizione. Il mio approccio è diverso: io osservo il materiale, poi decido quale modulo adottare. L’allenatore moderno deve essere preparato ad affrontare tutte le situazioni e, soprattutto, deve saper coinvolgere i giocatori“.
Sui suoi concetti di base: “Alta intensità, aggressività e gioco rasoterra. Non mi piace quando i miei giocano il pallone in avanti a casaccio. Può capitare, ci mancherebbe altro, ma non dev’essere un’abitudine. La mia squadra, spero di riuscirci, sarà padrona del campo“. Sugli obiettivi: “Qui a Modena, intanto, voglio una salvezza tranquilla. Ma poi mi conosco, lo so che non basta, voglio sempre fare un passo in avanti“. Sull’aspetto economico: “I soldi, per me, non sono una priorità. Io investo su me stesso, voglio capire se posso fare l’allenatore per tutta la vita“.
Sul suo approccio con i propri giocatori: “Sicuramente, quando ci vuole un urlaccio, non mi tiro indietro. L’importante, però, è conoscere a fondo i propri giocatori e andare a toccare quelle corde che possono aiutarli a migliorare. Il mio compito è quello di risolvere problemi dei miei ragazzi“.
Sui tifosi: “Dalla gente di Modena, non mi aspetto nulla: tocca a noi coinvolgere i tifosi. E lo si fa in un solo modo: con l’impegno, la fatica, il sudore. I tifosi, ai giocatori, non chiedono di fare dieci tunnel a partita: si accontentano di vederli correre e lottare. Poi, se ci sono anche i piedi buoni, è meglio. Ma, prima di tutto, ci vuole la serietà e l’impegno: dobbiamo rispettare la gente che paga il biglietto per venirci a vedere. Credo che il calcio sia una cosa semplice: il pubblico non pretende che tu sia Cristiano Ronaldo o Messi, se non ne hai le qualità, ma vuole che tu, in ogni momento della partita, ti danni l’anima, come faceva il mio amico Rino Gattuso. Il segreto è tutto qui“.