Assieme all’amico e collega Daniele Mariani, abbiamo deciso di addentrarci nei meandri della questione Doyen. Non senza difficoltà, non senza sorprese, ma con tanta voglia di provare a fare un minimo di luce sull’argomento.
Siamo partiti da alcuni quesiti: come mai per anni, tv, radio e giornali hanno osannato Porto, Siviglia e Atletico Madrid e la loro capacità sistemica di restare ad alti livelli continentali, pur con fatturati modesti? Non erano forse al corrente delle compartecipazioni Doyen in molti dei loro tesserati? Se si, perché oggi i fondi vengono visti come ‘il male del calcio’, mentre fino a poche settimane fa erano ‘virtuosi esempi gestionali’?
Ciò che è stato reso noto finora, è che Nelio Lucas è stato designato da Bee Taechaubol come suo consulente di mercato, consequenzialmente potremmo quindi definirlo un collaboratore esterno alla società. In sostanza Doyen fungerebbe da advisor di mercato per l’A.C. Milan, con i vantaggi e svantaggi che questa sinergia può comportare; una linea preferenziale per i giocatori il cui cartellino è stato finanziato in parte dal fondo, con la consapevolezza però di poter ottenere le prestazioni di questi ultimi in ‘leasing’, ovvero in parole povere, fino a quando Doyen sarà convinta che sia profittevole fargli vestire la maglia rossonera.
In linea di principio, è evidente che più si allarga il giro di calciatori del fondo e più si concretizza la possibilità che si inneschi una sorta di conflitto di interessi. Inoltre, sebbene siano stati raggiunti risultati sportivi importanti dai club sopracitati, è altrettanto vero che i loro conti non sono così in ordine come si possa pensare. Parte delle plusvalenze realizzate infatti, sono andate nelle casse della Doyen e non delle società, ovviamente a seconda della misura nella quale era stato effettuato l’investimento precipuo.
Ciò detto, questi fondi non sono da considerare una mafia, come alcuni hanno provocatoriamente lasciato intendere. Non sono tuttavia nemmeno delle associazioni senza scopo di lucro. Sono a tutti gli effetti delle realtà che permettono di arrivare a grandi giocatori, o supposti tali, senza enormi esborsi economici e senza intaccare il fair play finanziario, in quanto le spese verso questi ultimi, vengono inserite alla voce ‘altri creditori’.
Come anticipato nelle scorse settimane, è presto per giudicare la bontà di questa cooperazione per il Diavolo. Nel breve periodo può portare grandi benefici. Nel lungo con esattezza non ci si può sbilanciare, anche e sopratutto perché ad oggi non c’è nemmeno una regolamentazione approfondita in materia.