San Siro è ed è stata da sempre la casa del Milan dove si sono costruiti i grandi successi, dove si è costruita la storia. Cosa succede, però, quando il Meazza si trasforma improvvisamente nel tuo incubo peggiore? Quando invece di sentirti protetto e tutelato, ti senti offeso, criticato ed attaccato? Questo è in sunto quello che è successo al Milan in questa stagione, un’annata da dimenticare che era iniziata con l’entusiasmo contagioso di un nuovo progetto e di una squadra che prometteva bene e sta finendo con disinteresse, indifferenza e contestazioni feroci.
L’esordio contro la Lazio aveva illuso tutti. Uno stadio pieno, giocatori ed allenatore acclamati dal pubblico e vittoria che faceva ben sperare. Da lì in poi, però, un clima del genere non si è più respirato a San Siro. Ci sono state i pienoni contro Juve e nel derby, ma pian piano l’entusiasmo si è spento, i risultati sono venuti a mancare e i milanisti hanno affollato sempre di meno “la scala del calcio”. Fino ad arrivare a non entrare allo stadio, a fischiare sonoramente o a insultare e contestare squadra, società ed allenatore. Il Milan termina la sua stagione nel proprio stadio e tira un sospiro di sollievo perché quella non è più, almeno per adesso, casa sua.
In futuro potrebbe davvero non esserlo più, dati i continui aggiornamenti e progetti che arrivano sul nuovo stadio, ma per il futuro imminente si dovrà cercare di tornare a respirare almeno l’aria di casa al Meazza. La partita di domenica sera contro il Torino sarà la diciannovesima, e quindi l’ultima, da giocare tra le mura amiche. Il bilancio al momento è impietoso. Otto vittorie, cinque pareggi e cinque sconfitte rappresentano un bilancio abbastanza modesto per una squadra che ha conquistato solo 29 punti sui 54 a disposizione, cioè poco più della metà. Se si vuole tornare ad essere competitivi si deve ripartire da qui, dal tuo stadio che deve tornare ad essere la tua casa e non terra di conquista per tutti (o quasi).