Il Milan chiude la stagione a San Siro con una vittoria dal sapore amaro, perchè inutile e senza obiettivi ma la contestazione dei tifosi non si è certo fermata. Solito copione ormai, con la curva semi vuota che lancia messaggi per nulla criptati alla dirigenza. Questa volta, oltre al solito Galliani, anche il presidente Berlusconi è finito pesantemente sotto accusa, con la domanda, che non avrà risposta, che campeggiava al centro della Sud : ‘Campagna acquisti, o campagna elettorale?’, in riferimento ai grandi nomi accostati al Milan, Ancelotti in primis, che difficilmente arriveranno e che secondo i sostenitori sono stati fatti uscire ad hoc, a pochi giorni dalle regionali.
Sul campo è stato un mix di emozioni contrastanti, tra il rilancio e la rinascita di El Shaarawy e il saluto di alcuni giocatori, probabilmente alla loro ultima gara al Meazza. Forse Abbiati saluterà, quasi sicuramente Pazzini e De Jong ieri sera hanno chiuso la loro avventura nello stadio del Diavolo. Ultima apparizione casalinga anche per Inzaghi, destinato a un esonero praticamente certo. Pippo non si è mai scomposto, ha sempre dato tutto per questi colori e anche il rosso di ieri, avvenuto all’intervallo, è sicuramente l’epilogo peggiore ma è l’ennesima dimostrazione della voglia e dell’abnegazione che ha avuto in questa stagione disastrosa. Sull’impegno dell’uomo e dell’allenatore Inzaghi nessuno può dire niente. Stona che a 7 anni e un giorno dal trionfo di Atene, targato proprio da Inzaghi, non ci fosse nessuno striscione per salutare e ringraziare comunque una leggenda di questa società. Un’indifferenza che forse fa più male di ogni critica.
Si è chiusa quindi con tre punti l’ultima puntata casalinga di un film che doveva essere l’inizio di un’entusiasmante commedia dai tratti romantici e si è conclusa come una tragedia improvvisa. O forse no