Nei suoi bagagli per Madrid Adriano Galliani ha portato anche un ideale piano B, pronto all’uso se Ancelotti rifiutasse definitivamente la panchina del Milan. Ipotesi quasi certa, dunque oggi sono le alternative a Carletto ad interessare di più, proprio perché le più concrete. Quattro i nomi in ballo, “uno all’estero e tre in Italia” ha spiegato ieri Silvio Berlusconi ad Assisi. I preferiti, sottolineati da La Gazzetta dello Sport, sono Conte ed Emery.
Conte non è mai passato di moda in casa Milan. Un anno fa il tecnico leccese non se la sentì di passare subito dall’altra parte della barricata nei giorni dell’addio alla Juve, ma il feeling è rimasto. L’impegno di portare gli azzurri al prossimo Europeo lo stimola non poco ma gli evidenti aspetti politici legati ad una rottura con la Federazione rendono complicata questa pratica, in ogni caso negli ambienti rossoneri la candidatura del CT della Nazionale resta sempre d’attualità, anche perché sullo sfondo c’è ancora l’inchiesta sul calcio-scommesse da cui Conte punta a uscire a testa alta al più presto. Emery, invece, era stato agganciato da Galliani la scorsa estate. Ha già trionfato con il Siviglia in Europa League, si appresta a disputare la seconda finale consecutiva della stessa competizione e dopo la brillante esperienza al Valencia anche a Siviglia si è dimostrato gestore attento del gruppo all’insegna di un gioco sempre votato all’attacco. È ancora sotto contratto per un anno, ma vanta una clausola che lo libera per circa 500 mila euro: una cifra evidentemente alla portata dei rossoneri, i quali però hanno a libro paga per la prossima stagione sia Clarence Seedorf che Pippo Inzaghi.
La questione dell’allenatore è prioritaria per il nuovo corso, per questo va gestito con razionalità e cioè senza innamorarsi troppo delle idee più attraenti dal punto di vista affettivo.