Arianna Sironi è nello staff di SpazioMilan.it dalla sua nascita, l’8 marzo 2011, ed è una delle prime firme del sito. Ha condotto con il vicedirettore Daniele Mariani “Milan Time”, un’ora di notizie rossonere nel pomeridiano di Radio Milan Inter (96.1 FM e canale 288 del DTT).
Senza troppi giri di parole, è giusto chiamarla invidia quella sensazione che un po’ tutti noi tifosi, non juventini, stiamo provando nei confronti della Vecchia Signora. Sì, noi milanisti ne abbiamo 7, loro soltanto 2, ma forse proprio per questo sappiamo benissimo cosa vuol dire andare a Berlino e giocarsi la finale della nostra amata, e tanto lontana, Champions League. E anche se di fronte troveranno un Barcellona stellare che Guardiola, con tanta umiltà, ha definito “il migliore degli ultimi 15 anni“, il solo fatto di poterla sognare vale il prezzo di tante notte insonni da qui al 6 giugno.
Da Milano è distante anche l’Europa League, la Coppa dalle grandi orecchie resta roba da poltrona, tv e un film, tanto per non farsi ulteriormente del male. Ma nella Juventus sorpresa, compatta e letale, ahinoi, c’è più Milan di quanto sembra. Il primo tra tutti è Max Allegri, scaricato da Berlusconi nel gennaio scorso, e primo artefice di una grande impresa. Ha già vinto lo scudetto e si gioca fino in fondo gli altri due obiettivi di stagione: praticamente perfetto, l’alter Conte. Accanto a lui due collaboratori che ha strappato da Milanello: Marco Landucci, preparatore dei portieri e Aldo Dolcetti, ex allenatore della Primavera prima e coordinatore tecnico delle giovanili poi, ora collaboratore tecnico.
E che dire dei giocatori? Non ha brillato ieri sera a Madrid, ma in questa squadra c’è sempre tanto Andrea Pirlo, uno che le finali di Champions sa come giocarle e vincerle. Davanti l’inossidabile Carlitos Tevez, che ancora ricordiamo sorridente al tavolo con Galliani e il suo procuratore. E infine due non protagonisti come Marco Storari e Alessandro Matri (il cui cartellino è ancora di proprietà del Milan).
E, per chiudere in bellezza, ricordo che all’Olympiastadion, in tribuna, con la maglia blaugrana ci sarà un certo Ariedo Braida, anche lui scaricato ed etichettato come “troppo vecchio per viaggiare alla ricerca di talenti”. Eppure fino a Berlino sono sicura che arriverà.