Quello che succederà tra poco meno di un mese in casa Milan è avvolto in un grandissimo alone di mistero che non fa altro che alimentare gli enormi punti interrogativi che sorgono ora su quello che ne sarà dell’intero ambiente rossonero, sotto qualsiasi punto di vista e ad ogni strato (societario, tecnico, di giocatori etc.). Berlusconi venderà? E se lo farà, a chi? E quale sarà la quota che sarà disposto a cedere? Entro quale termine? Tutti interrogativi che rendono l’idea di come sarà difficile vedere un Milan da sogno, con i colpi di cui si parla in queste settimane, fin da subito.
I termini tecnici per un passaggio di proprietà, dando per scontato che ci sarà almeno in parte, vanno rispettati ed è inutile illudersi sul fatto che il Diavolo possa tornare a lottare per lo scudetto già dall’anno prossimo. Probabilmente si assisterà ad un altro anno di transizione che porterà poi la squadra da una gestione all’altra. Ambizioni limitate, quindi, e mercato non troppo diverso da quello a cui si è assistito negli ultimi anni. Bisognerà vedere chi prenderà il posto di Pippo Inzaghi (ormai sicuro partente) sulla panchina rossonera. Da scartare, almeno per ora, le ipotesi Emery, Klopp e soprattutto il sogno Guardiola.
Resterebbero così in corsa i vari Montella, Mihajlovic, Ventura, Sarri, ma soprattutto Roberto Donadoni. E sì, un ex mai dimenticato dalla tifoseria rossonera che quest’anno, semmai ce ne fosse ancor più bisogno, sta dimostrando di valere tantissimo, sia dal punto di vista tecnico che da quello umano. I risultati sorprendenti di un Parma ormai retrocesso da tempo e con una situazione societaria ai limiti del grottesco, danno ancor più valore al suo lavoro. Il Milan lo conosce e lui conosce il Milan e potrebbe essere davvero l’uomo giusto per l’ennesima ripartenza, l’ennesimo nuovo progetto, l’ennesima rifondazione.