S’è preso del Don, perfino del Santo a furia di parare pure l’aria. Ma il vero punto di forza di Diego Lopez, straordinario al suo primo anno di Milan nonostante il pessimo rendimento della squadra di Inzaghi, è stato rimanere sempre se stesso. Farsi conoscere, adesso amare, dopo aver messo il silenziatore al rumoroso branco di scettici. Oggi lo spagnolo ex Real Madrid è stato intervistato da La Gazzetta dello Sport, questo il testo integrale delle sue parole.
Sulla stagione personale: “E’ la migliore della mia carriera. Raccolgo i frutti del grande lavoro di queste stagioni. Ho 33 anni, un’età ottima per un portiere. Fisicamente sto bene, a livello psicologico ho la maturità per affrontare ogni difficoltà. Ecco perché sono sempre positivo e aspetto tempi migliori: mentalmente sono molto forte. Voglia e fame di vincere ci sono, il Milan tornerà grande. Cos’ho pensato dopo l’episodio di Parma-Milan? Niente di particolare, ero solo dispiaciuto per l’infortunio che aveva preceduto il mancato rinvio. Un errore non cambia niente per me. Se studio i rigoristi? Non posso dirlo sennò Magni (il preparatore dei portieri) me mata…“.
Milan, fuori l’orgoglio: “Ci sono tante cose che non vanno, è difficile da capire anche per noi. Siamo noi i responsabili, dobbiamo fare di più sia in allenamento sia in partita. Bisogna sempre essere al 100%. Serve orgoglio per reagire. Questa maglia è troppo prestigiosa per accettare la situazione. Io mi sento responsabile come gli altri: se non faremo le coppe la colpa è anche mia. Bisogna essere autocritici, esigenti, professionali. Io sono ottimista perché lavoro bene: il preparatore Alfredo Magni mi sta facendo crescere ancora. E le cose possono cambiare anche in fretta“.
Sugli allenatori: “Di Mourinho scelgo la personalità e la bravura nella lettura delle partite. Di Ancelotti l’intelligenza e il modo con cui gestisce lo spogliatoio. Di Inzaghi la serietà e la professionalità. Pippo porta con sé valori molto importanti. Deve stare tranquillo e continuare a crescere“.
Sui Top nel suo ruolo: “Neuer e Courtois sono i più bravi. E per gli altri dipende dal momento. Magari ogni mese questa classifica potrebbe cambiare. Io nella Top5? No, io no…“.
Speranze e promesse: “Il calcio non è matematica. E anche se pensiamo di valere di più, evidentemente la classifica non mente. Settimana dopo settimana pensavamo che le cose sarebbero cambiate e invece non è mai successo. Se prometto di fare il Cammino di Santiago se il Milan tornerà a vincere? Lo farò comunque a fine carriera. Per adesso ho percorso la parte galiziana. Ma prima spero di vincere con il Milan“.