Al San Paolo di Napoli, il Milan di Inzaghi raccoglie un’altra sconfitta bruciante e schiacciante. Bruciante e schiacciante, appunto, ma forse un po’ meno umiliante rispetto a quelle raccolte contro Udinese e Genoa. Dopo la folle espulsione di Mattia De Sciglio, per lo meno per un tempo, i rossoneri giocano come avrebbero dovuto fare dal sei gennaio scorso. Proprio così.
PRIMO TEMPO DIGNITOSO – In inferiorità numerica, nella prima frazione di gioco, il Milan, sotto l’aspetto tattico, mette in scena una prova intelligente: i rossoneri rimangono corti e compatti, cercano di bloccare le fasce e il cuore del terreno di gioco, tanto che gli esterni badano in prevalenza alla fase di copertura e i centrali di centrocampo interdicono in maniera soddisfacente, e impediscono al Napoli di sfondare.
NEL SECONDO TEMPO, IL CROLLO – Nella ripresa, però, arriva il tracollo. Inzaghi non ha il coraggio di togliere uno tra Destro e Honda, che si impegnano ma che faticano per limiti strutturali, e inserisce, a sinistra, Bonera al posto di un Bocchetti discontinuo ma comunque (quasi) funzionale e utile alla causa. Proprio Bonera, nella posizione di terzino sinistro, permette al Napoli di sbloccarsi, passare in vantaggio e dilagare. Una causalità? Assolutamente, no.
LO SBAGLIO DI PIPPO – Inzaghi ha i cambi quasi obbligati. Ma se mettesse il numero venticinque rossonero nella posizione di terzino destro, lasciando Poli in mediana e sostituendo un punta, potrebbe forse essere scusato appieno.