“Abbiamo avuto visioni diverse in alcune occasioni. Abbiamo richiesto che giocassero i giovani, una richiesta rimasta inevasa…”, con queste parole, nella giornata di ieri, il presidente Silvio Berlusconi ha di fatto ufficializzato l’addio alla panchina di Inzaghi.
Un addio certo ormai da mesi ma che ha avuto la conferma dal patron rossonero. Ancora due partite e si cambierà guida tecnica. Ancora una volta. Quello che stona un po’ in queste parole è forse la ‘scusa’, o presunta tale, usata per liquidare super Pippo. Parlare di mancanza d’inserimento dei giovani potrebbe essere visto in maniera maliziosa da qualcuno: Inzaghi ha certamente sbagliato molto in questa stagione ma se c’è una persona che conosce i ragazzi della Primavera è certamente lui.
Certo dall’altra parte ci riesce difficile capire come in queste ultime giornate, orami svuotate da obiettivi europei, non siano stati provati gli elementi più interessanti della rosa di Brocchi, ad eccezione di Felicioli, che ha esordito a Napoli, nei minuti finali di una gara persa. A centrocampo ad esempio giocatori come Mastalli o Modic potevano essere utilizzati, se non altro perché sulla linea mediana sono stati impiegati De Jong, che andrà via in scadenza, e Van Ginkel, che tornerà al Chelsea a fine prestito. Giocatori che non faranno parte del Milan del futuro, allora a questo punto tanto vale utilizzare giovani dall’avvenire rossonero. I due già citati insieme al terzino Calabria l’anno prossimo dovrebbero essere stabili in prima squadra.
Forse è proprio questo il pensiero di Berlusconi anche se Inzaghi avrà avuto le sue buone ragioni per non schierarli, anche per non rischiare di bruciarli in una situazione di squadra poco solida e difficile. Con il Torino però, senza Bonaventura, si potrebbe davvero ‘rischiare’ uno dei ragazzi dal primo minuto, contro una squadra che non ha più niente da chiedere e in un San Siro che non si metterebbe di certo a fischiare un ragazzo alla prima partita. L’ex numero nove lo si poteva criticare per le tante sconfitte, per non aver dato un gioco preciso alla squadra, per i molti esperimenti di modulo, lo si è deciso di ‘attaccare’ pubblicamente per la mancanza di fiducia nei giovani, i suoi ragazzi, quelli con cui ha vinto il Viareggio lo scorso anno. Lui dal canto suo ha ancora due partite per provare a smentire la critica di chi comanda ed accontentare la richiesta di Berlusconi. Ancora 180 minuti per lanciare qualche prospetto dal futuro limpido, anche se forse è troppo tardi…