Per il suo Milan Silvio Berlusconi continua a battere la pista cinese: anche ieri, tornato a Milano, ha avuto contatti con i rappresentanti di Apec Foundation, Xiao Wunan e la signora Wang Xingxian. Non saranno loro ad investire nella società, spiega il Corriere della Sera, ma spetta a loro creare il contesto affinché l’affare possa essere fatto.
Apec Foundation, così come tante altre associazioni e organizzazioni cinesi, sono legate al governo di Pechino e vengono impiegate come emissari quando serve sfruttare canali meno formali. “Svolgono una sorta di diplomazia parallela“, le parole di Alberto Forchielli, ideatore del fondo Mandarin Capital Partner e di Osservatorio Asia. Forchielli da tempo disegna uno scenario possibile: nei prossimi mesi il capo di stato cinese Xi Jinping potrebbe venire a Milano ospite dell’Expo (per ora però non stati fissati viaggi), quella sarebbe l’occasione perfetta per firmare un’intesa con Berlusconi per l’acquisizione di quote del Milan. La cordata cinese ha bisogno di tempo, non avendo formalizzato ancora nessuna offerta, e Berlusconi stesso pare intenzionato ad aspettare.
Ma il president rossonero ai primi di giugno vorrebbe dare una risposta ad Adriano Galliani per impostare il mercato. E non è da escludere che, allora, si sarà nella stessa situazione attuale, con la volontà di trovare un socio con a disposizione immediate risorse. Il primo tassello da scegliere è quello legato all’allenatore: congelati Sarri, Mihajlovic ed Emery, i sogni restano Ancelotti e Conte. E poi largo al Milan degli italiani? Probabile, in questo senso El Shaarawy sarebbe un pilastro del progetto.