Non ci dovrebbe essere stupore, non dovremmo neanche più farci domande e cercare delle inutile risposte, perchè la stagione del Milan è stata talmente deludente che una prestazione tragica in più o in meno non cambierebbe niente.
E invece fa arrabbiare, fa sbuffare, fa cambiare canale ancora una volta perchè, nonostante tutto, la speranza, di un barlume di decenza, è sempre l’ultima a morire. La prestazione di Udine riporta alla mente quelle già viste in quest’annata, come la trasferta di Cagliari, di Torino, quella in casa con l’Atalanta o a Verona contro il Chievo, solo per citarne alcune tra le tante. Forse ci eravamo illusi che qualcosa era cambiato dopo la sconfitta di Firenze, dove almeno un’idea di gioco c’era stata. Poi erano arrivate le due vittorie consecutive contro Cagliari e Palermo, prima dei pareggi decrescenti con Samp e Inter.
Un solo angolo a favore, al 42esimo del secondo tempo, contro i nove degli avversari. Un dato come un altro che però rende bene la pochezza dei rossoneri che non hanno neanche fatto sporcare la maglietta di Karnezis. Contro gli Strama’s boys forse si è toccato il fondo, per mancanza di determinazione e svogliatezza. Perfino il super ottimista Inzaghi si è dovuto arrendere all’evidenza, prendendosi tutte le responsabilità del tracollo e affermando che all’intervallo avrebbe voluto cambiare tutti, compreso l’allenatore.
La squadra in campo sembrava non aspettasse altro che il triplice fischio. E questo paradossalmente è l’unico sentimento in comune con i tifosi, che ormai non aspettano altro che la fine di questa lunghissima e ingiusta agonia.