Una stagione difficile, ma il vero errore sarebbe buttarla via pensando di liberarsene facilmente. E invece quando le cose vanno male è ancora più importante apprezzare le poche cose positive, magari nascoste dai pessimi risultati. Questa è la base per costruire un futuro migliore, promettente nonostante la classifica dell’anno scorso e quella attuale: basta prendere la Juve di Conte, che sbocciò all’improvviso dopo due settimi posti.
Da applaudire e blindare, innanzitutto, i due parametri zero che hanno fornito un rendimento da campioni: Diego Lopez e Menez, trascinatori della squadra dal punto di vista tecnico. Sono la dimostrazione che non è il prezzo del cartellino ad indicare il valore del giocatore: il primo si è superato, il secondo ha segnato a valanga tanto da oscurare qualche giornata storta; uno è la professionalità fatta a persone, l’altro talento raro del Milan. Stranieri legati ad un nucleo precisamente italiano, come da progetto di Silvio Berlusconi: aspetto da salvare e sui cui ragionare nel prossimo mercato. Per la rinascita, al di la della possibile cessione della società, sono ok Montolivo, Poli, Abate, Antonelli e De Sciglio, pure Abbiati e Bonera, vicini al rinnovo per La Gazzetta dello Sport.
A Inzaghi va riconosciuto il merito di aver saputo mantenere unito lo spogliatoio nonostante i problemi, ottenendo impegno e disponibilità in campo e in allenamento. Lavoro è la parola d’ordine più volte sottolineata da Pippo, base forte per il domani.
This post was last modified on 22 Aprile 2015 - 15:58