Volerlo ammettere o no per molti rossoneri è ancora difficile vedere Andrea Pirlo con la maglia della Juventus. Difficile perché poco comprensibile come il Milan abbia potuto rinunciare a un giocatore così e difficile per la squadra in cui ha scelto di andare: la Juve. Ai microfoni del sito ufficiale della UEFA, il centrocampista ha provato a spiegare i motivi che lo hanno portato nel 2011 a lasciare il Diavolo per la Vecchia Signora: “Dopo dieci anni al Milan avevo bisogno di nuovi stimoli e di nuove sensazioni e la Juve era la squadra ideale dove andare perché veniva da dei campionati dove erano arrivati settimi. Quindi c’era grande voglia di ripartire e di rivincere. Abbiamo vissuto tre anni fantastici, vincendo subito dei campionati e penso che arrivare qua alla Juve e poter continuare a vincere sia stato un grande motivo d’orgoglio per me perché avevo voglia di tornare a vincere e di farlo magari anche con questa maglia, una maglia diversa da quella del Milan”.
Una decisione comprensibile quella di voler cambiare, avere nuovi traguardi da raggiungere e risollevare una squadra che arrivava da stagioni difficili. Logica anche, ma di logico nel calcio c’è ben poco e a vedere Pirlo scendere in campo allo Juventus Stadium con i colori “avversari” non ci si abitua. Sempre sul sito della UEFA l’ex rossonero ha parlato anche delle due finali giocate contro il Liverpool. “Nel 2005 avevamo fatto un primo tempo spettacolare, dove forse avevamo giocato il miglior calcio degli ultimi anni, però poi è successo quello che non doveva succedere. Non sappiamo neanche noi quello che è successo, sono stati otto minuti incredibili che purtroppo nel calcio si possono verificare. Poi alla fine pensi che sia una partita segnata perché quello che è successo veramente va al di là di ogni pronostico” ha detto Pirlo. Parole che di sicuro non placano la rabbia, di chi, quella sera del 25 maggio 2005 era tra gli spalti dello Stadio Olimpico Atatürk. Sentir parlare di partita segnata e di 8 minuti che possono accadere nel calcio sembra l’ennesima beffa per i tifosi rossoneri che hanno visto crollare la loro squadra, spazzati via da un fantasma.
“La rivincita del 2007? C’era la voglia di eliminare la partita passata, soprattutto di rialzare quella coppa che ci apparteneva già da due anni prima, quindi c’è stata veramente una grande gioia, un senso proprio di abbandono verso quella brutta partita di due anni prima. Ce la meritavamo” ha concluso Pirlo. Le ferita della notte turca non si può dire guarita due anni dopo con la notte di Atene, quella cicatrice infatti è ancora ben visibile su molti rossoneri.