Riccardo Montolivo ha rilasciato una lunga intervista a “Forza Milan!“, mensile ufficiale rossonero. Queste le sue parole.
Una stagione di infortuni: “Nella mia carriera avevo avuto pochi infortuni, ma nell’ultimo anno il destino si è preso una rivincita: ho recuperato quello che ero riuscito a scampare prima. A parte il guaio che mi ha costretto a saltare il Mondiale, ciò che è avvenuto dopo è stata una conseguenza: i problemi fisici sono legati alla lunga inattività, probabilmente da parte mia avrebbe dovuto esserci un po’ di cautela in più. Però c’era la necessità di giocare, di mettermi a disposizione dei compagni e dell’allenatore: non mi sono gestito nel migliore dei modi“.
Sulla crisi del Milan da gennaio in poi: “Francamente non trovo una risposta. E’ inspiegabile, nel senso che si sono tanti aspetti che hanno concorso all’evidente calo. Sicuramente la questione degli infortuni è stata determinante, per l’allenatore credo sia stato molto difficile doversi inventare una formazione di domenica in domenica, quando a turno vengono a mancare 3-4 giocatori su cui contavi. Ci è mancata serenità, conseguenza delle sconfitte inattese davanti ai nostri tifosi contro Sassuolo e Atalanta. Fino a Natale avevamo fatto un ottimo percorso, dopo la sosta purtroppo non siamo più riusciti a ingranare e questo ha inciso sul morale della squadra“.
Sul brillante finale di 2014: “Al di là dei risultati, con Napoli e Roma si è visto un Milan compatto e ben organizzato. A differenza di quanto avvenuto in seguito, quando siamo andati in crisi al primo episodio sfavorevole. Ma di recente si sono visti dei passi in avanti, almeno si è cominciata a rivedere quella brillantezza mostrata ad inizio stagione“.
Fa più male vedere San Siro vuoto o che fischia? “San Siro vuoto, perché noi viviamo del sostegno della gente. Uno stadio senza pubblico è un pugno nello stomaco, tuttavia ci rendiamo conto che il tifoso milanista è deluso come noi, che a questo punto speravamo di lottare per ben altri obiettivi“.
Sulla sconfitta più dolorosa: “Quella in casa contro la Lazio in Coppa Italia. Peccato, era un traguardo alla nostra portata e avremmo potuto andare avanti e invece ci siamo fermati ai quarti. Ci ho messo diversi giorni a digerire quel ko, quella partita avrebbe potuto essere la chiave di volta dell’intera annata“.
Su Balotelli: “E’ incontenibile, a livello mediatico il più spettacolare di tutti. Viene criticato più per i suoi atteggiamenti che per le giocate in campo, mi dispiace perché Mario è un bravissimo ragazzo. Forse dovrebbe di comportarsi meglio in certe situazioni, evitando di rispondere alle provocazioni“.
Infine, temi generali: “Nel calcio la parte motivazionale è di grande importanza per raggiungere il proprio focus, ma ovviamente occorre essere attrezzati sul piano fisico: se non corri quanto il tuo avversario perdi anche se sei più bravo tecnicamente, la differenza la fai solo se stai bene. Il calcio adesso ha un grosso problema economico, bisogna trovare il modo di staccarsi un po’ dalla dipendenza dei ricavi televisivi e cercare nuove forme di sostegno. La crisi ha provocato il taglio dei costi, il principale dei quali è legato ai calciatori. Una delle conseguenza è l’aumento del numero dei colleghi disoccupati: è importante avere un un’organizzazione come l’AIC in grado di aiutare chi si trova a piedi. Il suono che mi è rimasto più in mente? Quando mi sono rotto la tibia contro l’Irlanda: appena ho messo giù il piede ho proprio sentito ‘crock’, come un grissino che si spezza. Quel rumore ce l’ho ancora dentro“.
This post was last modified on 25 Aprile 2015 - 14:02