Il pareggio per 1-1 con la Sampdoria lascia l’amaro in bocca ai rossoneri. E non potrebbe essere altrimenti perchè era una gara da vincere per superare il Torino e avvicinarsi al sesto posto, occupato proprio dai blucerchiati. Il Milan, seppur in tono minore, ha confermato quello che di buono ha fatto vedere nelle ultime settimane, soprattutto nel primo tempo quando la troppa imprecisione non gli ha permesso di andare in vantaggio.
Nella ripresa è uscita la Samp che ha sfruttato l’assurdo assist di Eto’o per passare in vantaggio e che poi ha subito il pareggio nel suo migliore momento. Dopo la carambola sulla girata di De Jong il Diavolo è tornato a macinare gioco, a crdere nei tre punti ma la speranza si è stampata sul palo, su quel magico sinistro di Suso. I punti di distanza per l’ultimo posto utile per l’Europa League restano sette, probabilmente troppi a otto giornate dalla fine. Vero è che il Milan giocherà il derby domenica prossima e poi dovrà ancora affrontare il Torino e il Napoli: tre scontri diretti che potrebbero ribaltare tutto, ma le squadre davanti non sembrano dare dei segnali di cali vistosi e la mancata continuità è pesata come un macigno in questa stagione milanista. Era una finale, un match inevitabilmente da vincere ma questo Milan sembra ormai allergico alle ambizioni, se un sesto posto può essere considerata una posizione ambita…
Nonostante tutto la prova contro gli uomini di Mihajlovic non è stata da buttare via. L’impegno e la voglia si sono visti, rispetto a gare senz’anima di qualche settimana fa, ma nonostante il miglioramento della squadra il pubblico di San Siro, oltre alla contestazione della Curva Sud a Berlusconi non ha particolarmente apprezzato l’atteggiamento e al momento delle sostituzioni ha surclassato di fischi alcuni giocatori come Cerci e Abate e ha rumoreggiato ad ogni parla persa di Menez. Restano ventiquattro punti poi passerà in archivio questa tormentata stagione: ventiquattro punti per sperare ancora in un miracolo rimasto in piedi solo dalla matematica, ventiquattro punti per trasformare quei fischi in timidi applausi. Un altro anno senza uscire dai confini del Bel Paese si profila all’orizzonte ma le imprese sono fatte per essere superate e provarci fino alla fine è l’obbligo al quale aggrapparsi in queste ultime gare.