Milan, funzioni quando non conta

Daniele Mariani è giornalista pubblicista. Nello staff di SpazioMilan.it fin dalla sua nascita, l’8 marzo 2011, e vicedirettore dal 2012. Collabora con Mi-Tomorrow e il Giornale di Vimercate. E’ ospite di Top Calcio 24 e Milan Channel. Conduce “Milan Time”, un’ora di notizie rossonere nel palinsesto pomeridiano di Radio Milan Inter (96.1 FM e canale 288 del DTT).

Senza obiettivi il Milan sa essere forte e bello da vedere. Lo dimostra il 2-1 di buon senso a Palermo, la vittoria con il Cagliari, la prestazione di Firenze. Un periodo molto simile a quello iniziale, quando i rossoneri superavano con stile la Lazio (oggi ad un passo dalla qualificazione in Champions) e battevano il Parma divertendosi. Allora, come oggi, siamo di fronte alla versione normale di una squadra difettosa, che in parte deve essere apprezzata e conservata per la prossima stagione.

Il pomeriggio di ieri ha regalato 3 punti in trasferta e il secondo successo di fila in campionato (il terzo su tre fuori casa al rientro dalla sosta delle Nazionali), non succedeva da Verona-Milan di quasi sei mesi fa. Il Verona, appunto, spartiacque di questo momento positivo: la sera del 7 marzo il Diavolo visse il punto più basso del 2015, la beffa del 2-2 allo scadere spinse Inzaghi verso l’esonero come non mai. Da lì ha preso forma l’evidente cambio di passo ancora attuale, proprio perché non c’era più nulla da perdere. Soprattutto da conquistare. In questo senso le parole di Barbara Berlusconi dopo il ko con la Juve dello scorso settembre (“non sono così superiori rispetto a noi“), netto nonostante lo 0-1 di misura, hanno fatto male. Insieme al “terzo posto raggiungibile” e gli “hip hip hurrà” del presidente. Non poter lottare nemmeno per un posto in Europa League per i giocatori è stato come togliersi un peso, mentalmente liberi e sereni dopo la conferma di Pippo (almeno) fino all’estate. E’ un Milan allergico alle ambizioni, con una percentuale di carattere e personalità inferiore alla minoranza (25%) delle quote societarie che Mr. Bee sarebbe pronto ad acquistare in tempi brevi.

Un rendimento inversamente proporzionale al numero di pressioni, che testimonia un grave dato di fatto: il Milan non è grande. E non poteva superarsi avendo una rosa povera di campioni, leader e qualità e un allenatore inesperto e impreparato. Ma che forse servirebbe fino al 2016 (la scadenza del contratto) per aspettare Conte, sogno reale dopo gli Europei. Inzaghi confermato in panchina: scenario altamente improbabile, non impossibile. La sensazione esiste. E potrebbe crescere in caso di derby favorevole.

Twitter: @Nene_Mariani

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