Milan, Menez da slalom gigante

Se il discorso delle 10 finali deve reggere almeno per dare gusto al finale di stagione, la prima è andata. Superata con fortuna e rischi ma grazie all’atteggiamento giusto di chi vuole vincere per aggrapparsi a qualcosa di importante, ad una credibilità che in caso contrario sarebbe potuta sparire completamente.

A Palermo un Milan coraggioso, dall’approccio offensivo e assistito dalla buona sorte. Ma se l’è cercata. Trascinato da un Menez da clonare per costanza di gol. E da slalom gigante, scrive La Gazzetta dello Sport. A dire il vero nel primo tempo si è dimostrato solitario e indisponente (il tridente con lui, Cerci e Destro non ha funzionato benissimo), ma Inzaghi non ha mai pensato di toglierlo a gara in corso anche se dopo diverse giornate in panchina c’erano dei cambi all’altezza. Giusto così perché il Jeremy del presente è sempre meglio goderselo che criticarlo e nel finale della sfida al Barbera ha regalato un’azione spettacolare frutto di intuizione, velocità, precisione e senso del gol. E l’esultanza? Felice come un bambino. Siamo a quota 16, siamo nella sua stagione più bella della carriera. E qui va applaudito il lavoro dell’allenatore, fin da quando è andato a convincerlo ad Ibiza.

Certezza assoluta, insostituibile, magico o semplicemente la solita croce e delizia. Chiamatelo come volete, lui segnerà ancora. Ed è un gran peccato che il Milan non riesca a raggiungere niente visto il rendimento esagerato del francese. Il Diavolo ieri ha avuto voglia di vincere e di giocarsela fino in fondo, anche se è da rivedere nella tenuta in campo.

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