Una stagione maledetta quella delle milanesi che ormai da qualche settimana si rimpallano il ruolo misero e poco consolatorio della predominanza cittadina, con il sorpasso prima degli uni poi degli altri, senza grandi allunghi decisivi. Ora è il turno del Milan stare davanti, a 3 punti dai cugini.
Già, proprio quei nerazzurri che a novembre avevano accolto in modo trionfalistico il ritorno di Roberto Mancini che a furia di proclami aveva esaltato la piazza, depressa dall’esperienza di Mazzarri. Il mercato di gennaio con gli ottimi arrivi di Shaqiri, Brozovic (strappato proprio ai rossoneri) e Podolski aveva ulteriormente aumentato la speranza di una rimonta difficile. Col passare dei mesi però i risultati non sono arrivati, è arrivata l’eliminazione dall’Europa League e ad oggi, dopo il contestato pareggio interno contro il Parma, il Napoli sesto dista 9 lunghezze e dietro al ‘drammatico’ Milan. Difficile entrare in Europa, sia per l’Inter così come per il Milan, ma la cosa che stupisce e che forse viene poco risaltata è che il bistrattato Inzaghi, il giovane senza esperienza, colui che è stato definito il peggior allenatore dell’era di Berlusconi, è davanti al vincente Mancini. Nessuno mette in dubbio la bravura e il carisma del Mancio che ha vinto sia in Italia che all’estero, nessuno nega che come qualità la rosa nerazzurra sia più talentuosa di quella rossonera e che forse ha più giocatori importanti dai quali ripartire, però forse si potrebbero ridimensionare i giudizi negativi verso super Pippo. O per lo meno se l’ex City ha poche colpe per una squadra che denota limiti evidenti, è difficile capire perché il suo dirimpettaio cittadino sia quasi totalmente l’unico colpevole della crisi milanista.
Magari settimana prossima il Milan perderà, l’Inter farà bottino pieno e tutto ripartirà da zero, a una settimana dal derby. Già, quel derby da cui iniziò la seconda storia di Mancini a Milano, quel derby che potrà diventare importante anche per i due allenatori e per ‘salvare’ una stagione disastrosa per entrambi. Sarà in tono minore, sarà tecnicamente scadente, sarà di bassa classifica ma sarà comunque molto atteso e potrà dirci tanto sul presente ma soprattutto sul futuro dei due tecnici. Un futuro che appare chiaro e stabile per colui che insegue e che sembra già segnato dall’esonero per colui che sta davanti. Fascino e stranezze del calcio ai piedi della Madonnina.