Tra le mille contraddizioni di una stagione anomala e sofferta, la partita contro la Sampdoria ha riportato a galla la complessa situazione del centrocampo del Milan, reparto più discusso e meno futuribile dello scacchiere di Inzaghi. Nel momento più difficile della gara di San Siro, c’è voluta la zampata del generale De Jong per rimettere i rossoneri in carreggiata ed evitare una sconfitta che, tutto sommato, non sarebbe nemmeno stata meritata. Una rete e dichiarazioni da leader, quelle dell’olandese (“Abbiamo messo il cuore solo alla fine”), se non fosse che, al termine della stagione, l’opzione più probabile è quella dell’addio a Milanello e al calcio italiano.
Una situazione strana, persino paradossale, così come l’atavico equivoco tattico che avvolge le prestazioni dell’ex Manchester City. Cuore, interdizione e intensità non sono mai mancate a De Jong, mediano dalle giocate essenziali e abbonato a un rendimento costante, ma allergico ai panni del regista e del costruttore di gioco. Così non stupisce che, per una squadra che affida all’olandese le chiavi del centrocampo, la fase difensiva possa trovare conforto a discapito di una manovra fluida ed efficace. Non si può certo imputare al pupillo di Van Gaal la responsabilità di compiti non suoi, mentre sembra ormai tardi per risolvere una questione tattica legata a un giocatore che, salvo sorprese, ha di fronte le ultime 8 partite in maglia rossonera.
Al di là di qualsiasi considerazione tattica, il centrocampo rossonero dovrà affidare al mercato estivo la ricerca delle pietre miliari per costruire un futuro migliore del presente. Anche perché, nella serata di San Siro, ha faticato anche lo stakanovista Jack Bonaventura, condizionato da una diffida che ne metteva a rischio il derby e –forse- da un ruolo che ne limita le potenzialità offensive. Diverso il discorso per Van Ginkel, che ha mostrato segnali di crescita nel primo tempo, pur calando nella ripresa con il passare dei minuti. Il giovane olandese potrebbe essere un buon prospetto su cui lavorare per costruire il futuro, magari nel ruolo di regista basso, se non fosse che il cartellino è totalmente di proprietà del Chelsea. Un’altra contraddizione del centrocampo e della stagione rossoneri.