Le parole dell’ormai non più sconosciuto Fu Yixiang hanno fatto rumore e colpito. Se sono vere, si vedrà. Da ieri si è scoperta l’esistenza di un vero e proprio piano di Pechino per acquistare il Milan. Cinque colossi, cinque società collegate a Richard Lee (uomo di affari di Hong Kong che qualche giorno fa ha incontrato Berlusconi ad Arcore): quattro cinesi, Wahaha Group, Wanda Group, Huawei e Alibaba, più una thailandese.
Il motivo di una cordata così imponente sarebbe legato all’impossibilità di accollarsi interamente le quote della società rossonera, svela La Gazzetta dello Sport. In realtà l’impressione è che in Cina ci sia la volontà di confondere le idee per evitare che venga in superficie il progetto più solido, ossia quello della Wahaha Group che spera di sorpassare Bee Taechaubol. Il presidente del più grande produttore cinese di bevande si chiama Zong Qinghou un anno fa incrociò Barbara Berlusconi negli Emirati e soprattutto è uno degli uomini più ricchi del mondo, inventore della Future Cola e personalità molto influente in Oriente. Al punto da essere scelto dal governo per un’operazione che dovrebbe andare oltre il semplice possesso di una società di calcio, comprendendo lo studio del settore giovanile nel mondo del pallone per far crescere nettamente e in tempi brevi la Nazionale. Il Milan è il club più popolare in Cina, non a caso a fine luglio è in programma una tournée da quelle parti e due amichevoli contro Inter e Real Madrid.
Segnali, impulsi. Tanto che Berlusconi pare sia stato colpito dal progetto cinese, ancora più di quello thailandese: la volontà di investire per rifare grande il Milan nel breve periodo e tenerlo a livello di Real e Barcellona potrebbe essere l’arma decisiva nello sprint per l’acquisto.
This post was last modified on 10 Aprile 2015 - 15:34