Trecentocinquantasei giorni dopo, è di nuovo il momento di Alessio Cerci in serie A. Ci si è messa di mezzo un po’ di fortuna per trasformare il rimpallo con Sorrentino in una rete che, dopo un anno di digiuno italiano, è il coronamento di una prestazione più che sufficiente. Siamo ancora lontani dal giocatore che deliziava l’Olimpico di Torino ma, nel pomeriggio di Palermo, si sono rivisti sprazzi di quelle sgroppate mancine che ne hanno fatto uno dei migliori attaccanti italiani.
Un gol, un assist con l’esterno mancino e tanta corsa sono il bottino di 77 minuti che restituiscono al campionato italiano uno dei suoi talenti più discussi. Sicuramente, un giocatore in grado di saltare l’uomo e di trasformare i metri di campo davanti a sé in opportunità, dribbling e tiri in porta. Nel pomeriggio di Palermo, un’arma tattica importante che, anche nei momenti di attesa e di possesso palla avversario, ha garantito opzioni di contropiede sempre insidiose. Una variabile da non trascurare per le difese avversarie, soprattutto perché coniugata a un atteggiamento deciso e convincente, forse l’aspetto migliore di una rete alla Inzaghi.
Inzaghi, appunto, che può godersi una pedina in più nel suo scacchiere e che, nelle settimane in cui Honda mancherà per infortunio, scopre un giocatore più adatto per il suo 4-3-3. Soprattutto pensando al calendario delle prossime nove partite che, considerando il valore degli avversari, non permetterà gare di possesso palla e supremazia territoriale. Un anno dopo, Alessio Cerci batte un colpo per tornare a prendersi la serie A.