Il Milan di Inzaghi torna alle origini. Nella serata in cui si gioca molto, secondo alcuni tutto, il tecnico rossonero si affida al 4-3-3 di inizio stagione che, per necessità e per scelta, è stato lentamente abbandonato nel lungo inverno milanista. Dopo l’ottimo esordio con la vittoria sulla Lazio, il modulo con il tridente ha subìto diverse variazioni, trasformandosi a tratti in un 4-2-3-1 o in un 4-4-2, per finire al 4-3-1-2 delle ultime uscite. Che fosse nella tradizionale versione con due ali, oppure più simile a un albero di Natale di ancelottiana memoria (vedi Napoli e Roma), i numeri e la classifica raccontano che le migliori prestazioni rossonere sono arrivate proprio con l’originario 4-3-3.
Se quello di inizio stagione era un tridente con il “falso nueve”, nel match contro il Verona Menez dovrebbe essere chiamato ad agire partendo da sinistra, per lasciare il centro dell’attacco a Destro e la fascia opposta al redivivo Cerci. Inzaghi non ha mai fatto mistero di avere vestito il 4-3-3 sulle misure di El Sharaawy ma, dopo le panchine e l’infortunio del Faraone, la titolarità dell’ex Toro sembra l’occasione per tornare alle origini. Tanto più se si considerano le assenze di De Jong e Montolivo che, in mediana, lasceranno il posto a due mezzali come Bonaventura e Poli, meno palleggiatrici e più propense ad attaccare gli spazi centrali offerti dall’allargamento degli esterni. A patto che Menez rinunci a qualche libertà al centro del campo in nome della compattezza di squadra, fornendo una prestazione applicata che tanto significherebbe anche per la valutazione del suo allenatore.
Se il 4-3-3 con una vera punta di ruolo sembra la veste tattica più aderente ai lineamenti dei suoi interpreti, non è escluso che, in specifici momenti del match, Inzaghi possa affidarsi al 4-3-1-2 delle ultime uscite. Spostando il francese sulla trequarti, infatti, l’idea potrebbe essere quella di affidargli anche qualche compito di costruzione della manovra, consentendo invece a Cerci di avvicinarsi maggiormente a Destro, agendo nel ruolo di seconda punta che lo ha consacrato nella sua migliore stagione torinista. Dopo le vicissitudini contro Sassuolo e Lazio, Inzaghi aveva accantonato il 4-3-3 che, nella serata più importante della sua ancora breve carriera, potrebbe tornare ad essere l’arma vincente.