Christian Pradelli è giornalista professionista e direttore di SpazioMilan.it dalla sua fondazione, l’8 marzo 2011. Dirige parallelamente il free-press pomeridiano MI-Tomorrow. Collabora con La Gazzetta dello Sport e Leggo. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” su Radio Reporter ed è opinionista per Milan Channel. È la voce ufficiale del Milan per TopCalcio24, canale del gruppo Mediapason (canale 114 del DTT).
Andiamoci piano con Alessandro Mastalli. Lo dico con la massima ammirazione per un ragazzo squisito prima ancora che per il giocatore, un talento cristallino che farà molta strada. Da più parti nelle ultime settimane il capitano della Primavera viene invocato dalla tifoseria per tentare di dare nuovo smalto al centrocampo del Milan. E’ vero che a questo punto della stagione l’esordio potrebbe essere meno “impattante” rispetto ad altre annate, ma è altrettanto elevato il rischio di bruciare inutilmente uno degli elementi più promettenti del nostro Settore Giovanile.
E’ troppo facile (e un tantino superficiale) chiedere a gran voce l’impiego di un classe 1996 al cospetto di giocatori che oggi non girano più come un tempo. Gettare oggi nella mischia un ragazzo come Mastalli può trasformarsi in un boomerang, soprattutto quando l’innesto avviene all’interno di un gruppo che ha davvero poca identità. E allora perché caricare tutta questa responsabilità sulle spalle di un ragazzo di diciannove anni? Ci vuole saggezza, magari in presenza di un progetto che parte da zero. Come sarà quello che prenderà forma a partire da giugno.
L’impegno quotidiano che SpazioMilan.it in questi quattro anni ha profuso per raccontarvi tutte le prospettive del Milan del futuro, partendo proprio dal resoconto e dall’analisi del Settore Giovanile, impone una buona dose di realismo mixato alla prudenza. L’insistenza su Mastalli, nel caso specifico, è sintomo di un grido frenetico e poco ragionato. Anzi, poco da tifoso, che prima di tutto dovrebbe ragionare su come preservare un talento emergente e augurarsi che possa esprimersi nella migliore condizione possibile. E francamente il Milan di oggi è la peggior condizione immaginabile.
Non facciamo, dunque, l’errore commesso su Mastour (in primis proprio dagli addetti ai lavori della stampa), atteso nei pensieri come il “nuovo Messi”, ma concretamente trasformatosi in un “Godot” per il quale non è venuto ancora il momento di palesarsi alla folla. Piaccia o meno, curiamo davvero i nostri “bambini” con tutta l’attenzione possibile senza doverci poi pentire di “buttarli con tutta l’acqua sporca”.
Twitter: @Chrisbad87