Berlusconi lo voleva esonerare, ma Inzaghi resta ancora grazie a Galliani: a Firenze la resa dei conti

Stavolta Silvio Berlusconi lo voleva esonerare davvero, svela stamane La Gazzetta dello Sport, furioso dopo il pareggio-beffa (2-2) contro il Verona a San Siro. Ma alla fine Inzaghi rimarrà al suo posto, almeno fino a lunedì prossimo. Decisivo Adriano Galliani, il quale ha convinto il presidente a dare una nuova chance all’allenatore (difeso dall’AD per l’impegno e “scusato” visti i numerosi infortuni). Quella finale, adesso per davvero.

Storia di una lunga giornata di riflessioni: la società ha passato ore ed ore a interrogarsi sulla decisione da prendere, numerosi i colloqui telefonici. L’addio di Pippo non è mai stato così vicino, poi salvato grazie al buon senso perché il rischio di bruciare (anche) il bravo Brocchi, tecnico della Primavera rossonera e unico vero candidato per la successione in panchina fino a fine stagione, non si voleva correre. Per questo è saltato il vertice inizialmente programmato ieri alle 20.30 ad Arcore, perché la decisione di non cambiare ancora guida era già stata presa. Berlusconi non ha per niente condiviso la scelta di escludere Destro né tantomeno il cambio Pazzini-Bocchetti nella ripresa: la trasferta di Firenze sarà decisiva, in termini di risultato e soprattutto prestazione.

Non sono più ammessi passi falsi – scrive la Rosea -, in caso di ennesimo fallimento scatterà immediata la separazione. Tra 7 giorni dunque la situazione potrà migliorare o precipitare definitivamente. Inzaghi guadagna tempo, appeso ad un netto cambio di passo della squadra. Ad oggi improbabile.

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