“Allenare il Milan? Ci penso. Il mio sogno è allenare la squadra che mi ha dato tante gioie. Ma ho scelto un percorso e so che devo ancora migliorare e sarà lunga: adesso è giusto crescere e fare le mie esperienze, quando sarò pronto vedremo”. Queste le prime parole da sottolineare in rosso(nero) di Gennaro Gattuso, intervistato da TuttoMercatoWeb.com.
Sulla carriera da allenatore: “Sono sicuramente pronto a ricominciare, ma devo scegliere bene. A volte la voglia di lavorare ti porta a fare delle scelte borderline. Quando inizi a fare l’allenatore non basta essere stato un buon giocatore o aver vinto molto. Fare l’allenatore è diverso da fare il calciatore, bisogna studiare calcio e metterlo anche in pratica. Poi l campo ti fa capire se sei bravo o no: il resto non conta. In questo mestiere non si finisce mai di imparare, fa parte della vita“.
Su Inzaghi: “Non amo parlare degli altri. Io ho sempre amato le sfide, non mi fanno paura. Quando si parla di me sorrido se sento che ho poca esperienza e che ho la pappa in bocca. L’ho dimostrato“.
Sul momento del Milan: “Non dimentichiamoci cosa ha fatto la famiglia Berlusconi, ci può stare un momento negativo: c’è passata anche la Juventus. Ora bisogna trovare una linea societaria giusta, ma conoscendo i personaggi che gestiscono il Milan so che tutto andrà per il meglio“.
Ringhio fa il professore e dà i voti: “Per la carriera che ho fatto, per il Milan che ha allestito quando giocavo, 10. Per anni ci hanno invidiato in tantissimi. Anche ad Ancelotti do 10 perché veniva da un’esperienza in cui tutti dicevano che arrivava sempre secondo. Con noi ha aperto un ciclo invidiabile, con l’albero di Natale abbiamo cambiato modo di fare calcio in Europa. Allegri? 9. Il primo anno che è arrivato al Milan ha vinto uno scudetto, il secondo abbiamo rischiato di vincerlo di nuovo. Ha una dote: non si piange mai addosso, sa farsi rispettare anche se è di poche parole“.
Sul presidente dell’Ofi Creta: “Se lui poteva fare il presidente di una squadra di calcio lo può farlo chiunque. Come Manenti? Sbagliate voi a farlo parlare ancora. Oggi meno importanza gli date e meglio è“.
Sul suo futuro: “Il no all’Hajduk Spalato? Devo scegliere con tranquillità, per mettere in pratica quello che si fa durante la settimana. Rangers? Ogni giorno ne esce una. Bisogna toccare con mano e vedere la realtà. Di chiacchiere se ne fanno tante, ma conta la concretezza. E non è importante dove, ciò che conta è fare bene e poter lavorare“.
This post was last modified on 18 Marzo 2015 - 14:33