Il Milan non sa più vincere. Al di là del gioco che latita, al di là degli infortuni, al di là dell’allenatore sempre sulla graticola, di un centrocampo senza qualità e di una difesa solida come l’aria, il difetto più preoccupante resta questo. Paradossalmente, anche nella miglior gara del nuovo anno, nonostante il vantaggio di Destro, è arrivata una nuova beffa nel finale. Contro il Verona era arrivato il pareggio, qui addirittura Joaquin ha ribaltato tutto dalla parte dei viola.
Non sempre si vince giocando bene, a volte i 3 punti si conquistano soffrendo, grazie a una giocata di un singolo, a un tiro sporco, con le palle inattive. Al Milan questo non succede più, o comunque in rarissime occasioni. Solo due volte nel 2015 il bottino è stato pieno, con le ultime due della classe, il Parma e il Cesena. Per il resto in questo nuovo anno sono arrivati solo 4 pareggi e 5 sconfitte. Ma la statistica che più dovrebbe far ragionare è che questa squadra ha buttato via 21 punti in situazioni di vantaggio. Un’enormità se pensiamo al campionato al ribasso, con mancanza di continuità tra le squadre (Juve a parte) e alla lotta per il secondo e terzo posto, che nessuno sembra voler blindare. A dimostrazione che bastava davvero poco per poter competere in posizioni più nobili. Questa squadra sembra terrorizzata del vantaggio e quando va sopra stacca la spina, si abbassa troppo e si espone ai continui attacchi avversari, senza aver più la forza di ripartire in velocità. Una situazione fisica ma prima di tutto psicologica: la mancanza di risultati porta sfiducia e scoramento tra i giocatori.
Nonostante una classifica da horror, Inzaghi e la squadra devono ripartire dalla prestazione del Franchi e dai suoi molti aspetti positivi, sia dal punto di vista del gruppo che dei singoli: Bonaventura, Destro e Paletta su tutti. Lo stesso Inzaghi nel post partita ha parlato del risultato come unico aspetto negativo della prova: questa volta sarebbe ingiusto prendersela con l’ex nove. Il problema è che forse è troppo tardi…