Un punto e basta, un passo indietro. A Verona con il Chievo uno scialbo 0-0 per gli uomini di Inzaghi, poco lucidi e senza grinta. Questo il responso di un Milan malato, dall’encefalogramma piatto e dalla velocità di un bradipo, scrive La Gazzetta Sportiva di stamane. Al Diavolo la continuità (presente, ma nei difetti), ieri sera un nuovo stop: giusto per non perdere l’abitudine.
Addio Europa League. La Rosea non ha dubbi: due vittorie (contro Parma e Cesena), tre pareggi e quattro sconfitte, nel 2015 il ruolino è da salvezza, le coppe e le zone alte di classifica sono ben altra cosa. Una squadra senza identità, che si limita al compitino: idee quasi assenti, ritmo della manovra fuori tempo e un paio di isolate vampate. Un grave passaggio a vuoto, una sconfitta per Inzaghi: aveva promesso lo sprint dei suoi, ma è rimasto fermo al palo. Anzi, alla traversa di Honda. Dopo più di sei mesi di lavoro il Milan è ancora un cantiere aperto, senza un modulo fisso e pieno di infortuni dal numero allarmante. Il problema è che le occasioni per crescere e rimontare stanno scivolando costantemente via.
E la crisi di gioco nasconde una grande perplessità: perché in trasferta si fa così fatica? Il Milan 2014/2015 è nato di rimessa e ripartenze veloci, quindi fuori casa dovrebbe sentirsi più a suo agio e sfruttare i tanti spazi concessi dagli avversari. In teoria. Invece non cambia nulla. Forse è meglio pensare già alla prossima stagione.
This post was last modified on 1 Marzo 2015 - 13:43