La trasferta di Verona ha portato in dote la seconda partita consecutiva a reti inviolate, come non ha mancato di sottolineare Filippo Inzaghi in conferenza, nonostante la difesa rossonera sia ancora in cerca di identità e gerarchie definite. Solo un’analisi superficiale potrebbe non tener conto del valore degli attacchi di Chievo e Cesena, rispettivamente ultimo e quartultimo della serie A, o attribuire i 180 minuti di imbattibilità alle prestazioni di Bocchetti e dei suoi compagni di reparto.
È innegabile, piuttosto, che il rientro di De Jong abbia coinciso con un timido equilibrio ritrovato, grazie all’interpretazione difensiva del ruolo di playmaker che ne esalta le caratteristiche. Una sorta di difensore aggiunto che, considerata la carenza di qualità e di certezze in mezzo al campo, sembra l’unica soluzione per evitare imbarcate in stile Lazio e Juventus. Con buona pace di una difesa che, al netto degli infortuni a turno di Zapata, Alex, Rami e Bonera, dopo 25 giornate non ha ancora trovato una coppia titolare.
Difficile comprendere la trama delle scelte di Inzaghi che, nel corso dei mesi, ha ribaltato ogni certezza di un reparto che avrebbe bisogno di capirci qualcosa. Difficile capire come Rami sia passato dall’infinita trattativa con il Valencia alla panchina, prima di ritrovarsi terzino destro o riserva di Bonera. Difficile capire la gestione di Zapata, dai quarti di finale dei Mondiali alla frattura al piede, e di Mexes, bannato anche dalla panchina e ora quasi indispensabile dopo le follie in terra romana. Difficile prevedere la coppia centrale delle prossime 13 gare in cui la speranza, se non altro, è di capirci qualcosa.
This post was last modified on 2 Marzo 2015 - 07:55