Se gli ostacoli alla realizzazione dello stadio del Milan fossero solo quelli rappresentati dalle proteste dei residenti del Portello, si potrebbe dire di essere già “a metà dell’opera”. Sul percorso avviato dalla società rossonera, infatti, gravano diverse perplessità su molti fronti. Ben più pesanti delle rivendicazioni di quartiere, benché importanti.
Premesso che il progetto è prima di tutto oggetto d’esame da parte di Fondazione Fiera Milano, proprietaria dei terreni dove nascerebbe lo stadio e attenta oggi a valutare altre quattro iniziative di riqualificazione del vecchio quartiere fieristico, i “problemi” che emergono da fonti economiche, consultate da SpazioMilan.it, sono di natura squisitamente finanziaria. Costruire un impianto avveniristico, come quello svelato dal Milan nelle ultime settimane, richiede investimenti notevoli. E, di conseguenza, servono sponsor o comunque soggetti finanziatori in grado di supportare lo sforzo. E la sensazione, sempre negli ambienti finanziari, è che ci sia la necessità di “ragionarci bene sopra”. Non si tratta, quindi, di una bocciatura tout-court del progetto. Piuttosto, una attenta riflessione che potrebbe inevitabilmente comportare una frenata rispetto all’accelerazione finora innescata.
Dall’altra parte, si continua a insistere sul coinvolgimento anche dei nuovi proprietari cinesi di Infront sulla partita. Nei giorni scorsi è stato lo stesso presidente italiano del gruppo dei diritti tv, Marco Bogarelli, a non escludere un interesse della società nella costruzione di nuovi stadi. Ciò non toglie che, sempre in base a fonti finanziarie, la stessa Infront e altri soggetti interessati alla partita nutrano qualche dubbio in merito al piano di sviluppo dell’impianto rossonero. In particolare, sarebbero due le perplessità di fondo. Da un lato, è in atto un’attenta valutazione generale su quanto oggi la costruzione di uno stadio di Serie A possa rappresentare un vero investimento. In questo senso, non sembra proprio “oro che luccica” quanto sta avvenendo dalle parti di Torino, sponda Juventus ovviamente, prima società italiana ad essersi costruita l’impianto. Dall’altro lato, la sensazione è che Infront possa gradire maggiormente una soluzione condivisa tra Milan e Inter per un radicale restyling del Meazza, considerato anche più idoneo dal punto di vista della capienza rispetto 48mila posti previsti dal progetto rossonero. Insomma, la situazione è fluida, in continua evoluzione. Il che non è proprio sinonimo di discesa. Anzi. Ma le sfide sono tali.