Si corteggiano da mesi e sotto sotto si piacciono. Trattano, soprattutto. Fondazione Fiera Milano, questo il nuovo aggiornamento de La Gazzetta dello Sport, ha avviato un dialogo, quasi quotidiano, con il Milan per definire come e con quale modello trasformare in realtà il sogno dello stadio di fronte a Casa Milan.
Questa apertura non significa una vittoria sicura, ma qualcosa in più di un passettino in avanti verso la scelta dell’idea vincente con la quale riqualificare l’area dei padiglioni 1 e 2 del vecchio polo fieristico (da demolire) al Portello di Milano sì. Fondazione gestisce il pallino del gioco dallo scorso 2 febbraio ed è proprietaria della Fiera Campionaria, ma non venderà i suoli: li metterà a disposizione al primo dei quattro finalisti rimasti in gara. E i rossoneri sono in pole perché, sempre secondo la Rosea, la proposta di Barbara Berlusconi ha rappresentato il più grosso colpo di scena: piace, stupisce. Adesso in termini tecnici si prospettano due vie: o Fiera concede il diritto di utilizzo dei terreni al club di via Aldo Rossi oppure Fondazione e Milan creano una new company proprietaria dell’impianto.
Sei i punti di forza: dimensioni (smart e minimizzate con il quartiere), viabilità (a traffico zero e pensato per essere raggiunto solo coi mezzi pubblici), albergo (da 300 stanze, richiesto da Fiera e prezioso per le iniziative del centro congressi), il brand (il marchio Milan insieme a quello della Fondazione creerebbe un soggetto internazionale fortissimo), il business (lo stadio sarebbe garanzia di profitti a lungo termine senza rischi) e infine il centenario (nel 2020 Fiera compirà 100 anni, una festa di compleanno nella nuova casa del Diavolo sarebbe un grosso vantaggio economico).