Adesso ci sono anche le prime immagini, visibili da ieri grazie alle immagini del plastico. Prosegue, convince e affascina sempre di più il progetto del Milan per il nuovo impianto di proprietà, aggiornato di dettagli precisissimi e di grande interesse stamane da La Gazzetta dello Sport.
Sarà uno stadio milanese: sobrio ma supermpderno, discreto ma prestigiosissimo. Una proiezione del e verso il futuro grazie a delle infrastrutture sportive pronte ad essere riferimento nel mondo. Un’arena smart, cittadina e somigliante a un isolato urbano: non un colosseo o un maxi-impianto da calare quasi fosse un extraterrestre nel cuore di Milano ma un pezzo della città, armonioso e sostenibile. Ispirato, soprattutto, allo “Stadium” dell’Arsenal.
La rivoluzione rossonera firmata Barbara Berlusconi costerà 320 milioni di euro (di cui 220-240 milioni per la costruzione mentre il resto per finanziare le altre opere, per esempio un albergo e un liceo), la spesa sarà tutta a carico dei privati con Emirates partner principale, l’inizio dei lavori è previsto per il 2016 e l’inaugurazione per la stagione 2018-2019. Ancora: massimo 30 metri di altezza (San Siro supera i 60), profondità pari a 10 metri sotto il livello della superficie stradale, 65.000 metri quadrati l’area occupata e 48.000 posti, suddivisi in due anelli, la capienza. In questo senso, un numero leggermente inferiore alla soglia minima UEFA di 50.000 per ospitare una finale di Champions; vista la differenza sottile, però, rimane possibile ospitare l’evento grazie a una deroga. Da ogni angolazione visuale perfetta, confort esagerato, doppio piano di parcheggi e, attenzione, la copertura mobile del tetto. Nessuna barriera né tornelli, sostituiti da un sistema di microchip e di sensori tecnologici, rumore “zero” usando materiali fonoassorbenti capaci di generare il famoso effetto catino all’interno. Tanto verde, energia pulita con la cogenerazione, il fotovoltaico, poi nei bagni si riciclerà l’acqua piovana. Infine, ottimi i collegamenti con i mezzi pubblici.
Lo stadio non dovrà solo convincere i vertici di Fondazione Fiera Milano (quella del Diavolo è una delle quattro proposte arrivate entro la chiusura del bando di metà gennaio al vaglio dei vertici) ma pure l’esame dei residenti della zona, preoccupati e sul punto di riunirisi in comitati, secondo la Rosea, per opporsi a questa decisione. Il verdetto finale è atteso forse già il 10 marzo.
This post was last modified on 4 Febbraio 2015 - 14:11