Berlusconi e la fiducia “a tempo”

Piermaurizio Di Rienzo è giornalista professionista dal 2006 e coordinatore dei contenuti di SpazioMilan.it dal 2012. Dopo quasi un decennio di redazioni (Il Giornale, Leggo, Libero, Radio Lombardia e Sole24Ore), si è occupato per oltre due anni della comunicazione di alcune tra le più importanti manifestazioni fieristiche europee per poi intraprendere la strada di Food&Beverage Manager e CEO di una società del settore moda a Milano. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” ogni domenica su Radio Reporter. E’ direttore editoriale della free press pomeridiana Mi-Tomorrow.

Aveva esordito con uno dei più classici “non vedo, non sento, non parlo”. Ma anche stavolta Silvio Berlusconi non è riuscito a trattenersi per prendersi la scena nel corso della cerimonia di insediamento di Sergio Mattarella al Quirinale. E così tra una battuta a Rosy Bindi (“non pensavo che gli uomini si commuovessero”) e qualche pacca sulle spalle con Matteo Renzi (“spero che Padoan sia meno birichino di te”), è arrivata anche la stoccata calcistica: “Abbiamo speranze che Inzaghi possa maturare. Precisando, nel mezzo, di parlare spesso di Milan con Matteo Salvini. Tuttavia, la frase sul tecnico rossonero non è proprio da sottovalutare, nonostante il clima che da sfarzosamente protocollato Berlusconi ha rapidamente tentato di trasformare in goliardico.

C’è fiducia su Inzaghi? Probabilmente sì, ma si tratta pur sempre di una questione di tempo. Il Cavaliere non si è pentito della scelta operata la scorsa estate, però i risultati hanno fatto scattare l’allarme e da qui una fase di attesa, unica all’esplorazione di chi ci possa essere in giro per progettare un nuovo corso. Sembra che Berlusconi non vada matto per Luciano Spalletti quanto, al contrario, abbia un debole per Roberto Donadoni, che da buon ex rossonero farebbe al caso del Milan, nonostante la probabile retrocessione del Parma a fine stagione. E’ presto per parlare di cambio in panchina, ma l’ipotesi sembra tutt’altro che remota.

Tornando al mercato, anche questa sessione invernale si è confermata come una finestra giusta per correggere, ma non certo per costruire squadroni. Il Milan ha imbarcato sei acquisti e solo tre cessioni. Se per Adriano Galliani c’era da sfoltire con 28 giocatori in rosa, chissà cosa dirà ora di una squadra che ha poi solo 17 partite da disputare da qui a maggio. E’ vero che alla fine della stagione vi saranno molte scadenze di contratti, ma tutta quest’abbondanza farà poi bene all’ambiente?

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