“Voglio un Milan forte, giovane e italiano” aveva detto Silvio Berlusconi non più tardi dello scorso giugno, ribandendo lo stesso concetto anche nei mesi successivi. Lunedì sera il mercato di riparazione si è concluso e il Presidente può ritenersi piuttosto soddisfatto: gli ultimi due desideri, almeno su questi si è certi, sono stati esauditi. La società rossonera infatti ha messo in saccoccia degli acquisti oculati e, ad eccezione del centrocampista spagnolo Suso, tutti made in Italy. Primo ad arrivare a Milanello è stato Cerci, seguito in ordine cronologico proprio dall’ex Liverpool, e poi Bocchetti, Destro, Antonelli e Paletta. Cinque su sei sono, per cosiddire, prodotti di Casa nostra. E continuando ad analizzare l’anagrafe, a parte il nuovo numero 9 che di anni ne ha ventitré, l’età degli altri acquisti italiani si aggira intorno ai ventisette, non male dopo una serie di operazioni che nelle scorse stagioni sono state contraddistinte da giocatori sulla via del tramonto.
Milan giovane e italiano, ok: ma più forte ora? Destro era il sogno dei tifosi, ora divenuto realtà, quel bomber da area di rigore da alternare a Menez, quando il modulo con il falso nueve non incide. Dopo i due anni e mezzo in giallorosso, nei quali ha subito fortemente la concorrenza di capitan Totti, non il primo arrivato insomma, in rossonero ha finalmente l’opportunità di fare quel salto di qualità in una squadra che punta pienamente su di lui. E così anche Cerci: voluto a tutti costi da mister Inzaghi, l’ex Atletico ha il compito di ripetere le prodezze dell’ultima stagione in maglia granata a suon di dribbling e gol, scrollandosi di dosso la nomea di giocatore discontinuo che lo accompagna dai tempi di Roma. Fin qui, la rosa appare certamente rinforzata, ma ora entrambi gli attaccanti devono dimostrare tutto il loro valore e affermarsi, insieme al loro compagno El Shaarawy, in Azzurro.
Non solo davanti, anche in difesa il Milan ha senza dubbio aggiunto qualità al reparto con degli uomini che orbitano intorno alla Nazionale: Paletta, dopo la disastrosa parentesi brasiliana dello scorso Mondiale, può sfruttare le numerose assenze là dietro per convincere gli scettici. Mentre Antonelli, già convocato in svariate occasioni dall’ex CT Prandelli, potrebbe ritagliarsi il suo spazio sulla sinistra al posto dell’infortunato De Sciglio, convincendo anche Conte a chiamarlo qualora dovesse continuare ai ritmi di Genova.