Fabrizio Villa collabora con SpazioMilan.it da settembre 2011, dopo esser stato realizzatore nel 2010 per Sky Sport. E’ opinionista a “Milan Time”, un’ora di notizie rossonere nel palinsesto pomeridiano di Radio Milan Inter (96.1 FM e canale 288 del DTT).
Il singolare momento del Diavolo, è reso tale da molteplici aspetti; il tassametro dice tre vittorie nelle ultime sedici partite. Se una squadra tenesse questo ritmo dall’inizio alla fine della stagione, retrocederebbe certamente e senza nemmeno lottare. Sarebbe Serie B, con qualche giornata di anticipo rispetto alla chiusura del campionato.
Ci sono molti infortunati, è vero. Ce n’erano così tanti anche nell’anno del primo scudetto bianconero strappato ad Allegri e in quel periodo i media attaccarono compatti lo stesso Acciuga, additandolo come colpevole assieme al suo staff. Fu in sostanza considerata un’aggravante, mai un alibi. Oggi quasi non fa notizia l’infermeria piena, l’undicesimo posto ti toglie dalle prime pagine, ci compari solo quando fai tonfi eccessivi anche per quella posizione.
A luglio Inzaghi disse: “Ci batteranno gli avversari che saranno più forti di noi. Ma nessuno potrà vincere contro il Milan perché avrà avuto più voglia di conquistare il successo”. Dopo l’Empoli domenica scorsa invece è arrivato ad esternare questo pensiero: “Non potevamo pensare di dominare l’Empoli a San Siro”. E’ cambiato il mondo. E’ totalmente cambiato l’approccio. Si è passati dalla voglia di stupire ad una triste rassegnazione.
In mezzo ci sono gli acquisti di gennaio. La grinta di Destro e Antonelli, la duttilità sorprendente di Bocchetti e l’estro a corrente alternata di Cerci. Gli ultimi arrivati sembrano gli unici intenzionati a determinare qualcosa ad ogni singola giocata. Gli altri appaiono sopraffatti dagli eventi. Incapaci di reagire, incomprensibilmente spogliati anche dell’orgoglio.
Domenica al Meazza arriva il Cesena. Qualcuno sostiene possa esser l’ultima spiaggia per Pippo. O vittoria o esonero. Si rischia però di restare apatici in tutti i casi di fronte a quel che accadrà. Non scaturirà gran che di buono né in un caso né in un altro. E’ questo forse il vero dramma sportivo del Milan di oggi. Ha perso ogni possibilità di rivincita, ha perso l’empatia coi propri tifosi e con le prestazione del 2015 non li si può biasimare.
Manca concettualmente un intero reparto, il centrocampo. Manca una guida lungimirante a livello dirigenziale. Manca una guida affidabile in panchina. Manca un modulo di riferimento. Mancano automatismi, coesione e fiducia tra i giocatori. Mancano i leader, carismatici e tecnici. Manca il concetto di Milan per come lo conosciamo noi. Era difficile pensare di esser messi peggio arrivati alla ventiquattresima giornata, dopo l’ennesimo proclama di ‘anno zero’, eppure..
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This post was last modified on 20 Febbraio 2015 - 12:03