Chi è e cosa fa un leader in una squadra di calcio? Risponde a questa domanda, oggi, La Gazzetta dello Sport. E lo fa, ricordando Paolo Maldini (leader caratteriale, anzi di tutto), Gattuso e Ambrosini (leader emotivi), Seedorf e Pirlo (leader tecnici), perché questo Milan non ha un leader. Una considerazione oggettiva, il momento storico attuale lo assicura.
Attenzione, non essere leader non è una colpa ma nel caso un limite. Nella rosa a disposizione di Filippo Inzaghi esistono comunque dei candidati validi per farsi carica di questo ruolo. Il primo esempio si chiama Montolivo: buon capitano, ragazzo perbene e professionista serio. Però lui stesso non ha mai detto di sentirsi leader: il grado di colonnello non fa proprio per lui, rimane un buon tenente. Le doti tecniche meriterebbero maggiore consapevolezza nei propri mezzi e un salto di qualità temperamentale, in questo momento sarebbe un grande regalo per Pippo e il gruppo. Le alternative capaci a trascinare, sempre secondo GaSport, sono Bonaventura e Diego Lopez. L’ex Real Madrid invece ha esperienze forti alle spalle e personalità da vendere, però vive la partita nella sua area. Jack sa fare bene più o meno tutto, i compagni si fidano di lui anche senza urlare mai e, insieme a Poli e adesso Antonelli, è l’emblema del nuovo progetto di un Milan italiano.
Bocciati per evidenti limiti Menez (per un’anarchia esagerata), De Jong (altalenante) e Mexes (che pure avrebbe il giusto piglio). Trascinare il gruppo fuori dalle difficoltà sarevve una specie di incoronazione. Perché la realtà, per adesso, è che il leader del Milan di Inzaghi è… Inzaghi. Che difende i giocatori, ma non gioca più.
This post was last modified on 19 Febbraio 2015 - 14:34