La solitudine del 9

Il Milan fatica a fare gioco e chi ne risente è sempre il finalizzatore. E’ la legge del calcio: prima sei ad un passo dal paradiso, poi sprofondi nel baratro più profondo dopo solo una prestazione. Non è questo il caso di Mattia Destro, ma certamente dall’attaccante ex Roma contro il Cesena ci si aspettava una prova di tutt’altro tenore. Complice un modulo che forse lo limita, complice un compagno di reparto anarchico come Menez: questo non è il Destro che il Milan ha imparato a conoscere.

Da Torres a Destro, passando per Niang. Inzaghi, uno dei più grandi numeri 9 del calcio italiano degli ultimi tempi, non riesce e valorizzare e a far rendere al massimo il centravanti di turno: può sembrare un paradosso, ma è proprio la realtà dei fatti. Lo spagnolo ex Chelsea via da Milano ha ritrovato il feeling col gol e a Madrid si stanno fregando le mani per l’affare con Cerci; Preziosi invece recrimina per non aver ottenuto l’opzione del riscatto sul prestito di Niang al Genoa. Intanto Destro al Milan alla prima uscita contro il Parma gioca ma non convince, poi strappa applausi contro l’Empoli, infine non paga il biglietto ed assiste alla partita contro il Cesena direttamente dal prato di San Siro come spettatore.

Destro è un centravanti che ha sempre segnato e lo farà anche al Milan. Certo, tutto l’ambiente Milan è dalla sua parte e altre occasioni per mostrare il suo talento ci saranno, ma contro il Chievo è già tempo di tornare a segnare. Perché il Milan ha puntato su Destro e non può permettersi di aver fallito l’ennesimo numero 9.

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