Tanta retorica, poca tattica. In quel di Milanello, oggi, Filippo Inzaghi è stato protagonista di una conferenza dai toni un po’ polemici, lontana dai tipici discorsi tecnici, dalle analisi e dalle ipotesi di formazione. Anzi, su quest’ultima pochi, pochissimi indizi: saranno quattro le pedine del reparto offensivo a scendere in campo, ma non è dato sapere in che modo saranno sistemate. Spazio, invece, alla pulizia di rancori e malumori assorbiti in queste settimane. Tra un sassolino spostato e un altro lanciato, Inzaghi si sfoga: “Mi dispiace che si parli poco dell’aspetto tecnico e si cerchi di trovare cose fasulle, mi dà fastidio che si dica che i miei giocatori lavorano poco. Abbiamo telecamere che dimostrano la differenza, non è giusto nei confronti di chi lavora, voi conoscete la serietà mia e del mio staff. Poi la squadra in certi periodi può correre di meno per vari motivi, ma dire che non si lavora non è giusto”.
Altra nota dolente, gli “spifferi” che ogni tanto partono da Milanello, con soffiate più o meno giuste sulla scelta di uomini e moduli: “Mi dispiace che si possa dire che cambiamo sistema di gioco, sono cose nostre, che un allenatore deve vedere, ma è sempre successo, non penso sia un problema”.
Infine, Inzaghi respinge anche il capitolo “futuro”: “Non penso a questo, ho un contratto col Milan, so della stima del presidente e dei tifosi. Io vado avanti e poi vedremo quello che succederà”.
Il futuro, oggi, è domani. A San Siro.
This post was last modified on 21 Febbraio 2015 - 21:30