La grande crisi che sta affliggendo il calcio Italiano, inevitabilmente si ripercuote anche e soprattutto su quei club che un tempo primeggiavano anche in Europa. Poco più di dieci anni fa, infatti, il Milan di Carlo Ancelotti festeggiò due Champions in soli quattro anni ed una delle bandiere della vittoria di Manchester contro la Juve fu senza dubbio Andriy Shevchenko che nel 2004 conquistò anche il premio più ambito da un calciatore, il Pallone d’Oro.
L’autore di 172 gol in nove stagioni con i rossoneri è stato intervistato da Fifa.com per ripercorrere la sua gloriosa carriera calcistica: “Vincere il Pallone d’oro significa molto. L’ho sognato quando ero ragazzino, ci sono andato vicino un paio di volte. Posso dire di aver realizzato un sogno. Ma già dal giorno dopo sono tornato alla vita normale: a pensare alla partita dopo e a vincerne il più possibile. Quell’anno mi è rimasto ben impresso, è stata una delle mie migliori stagioni. Con il Milan avevamo fatto molto bene sia in campionato che in Champions, con la Nazionale ci eravamo qualificati ai Mondiali del 2006. Sapevo che se volevo vincere il Pallone d’Oro dovevo fare qualcosa di importante anche con l’Ucraina: nei primi mesi della stagione abbiamo giocato contro Turchia e Danimarca, dove ho fatto gol pesanti. Credo che anche questo mi abbia aiutato a vincere”.
Poi l’ex bomber ucraino dice la sua sui finalisti di quest’anno: “Neuer l’ho visto al Mondiale. E’ stato fantastico. Non era solo un portiere, ma anche l’ultimo uomo in difesa: partecipava al possesso palla, aiutava i suoi compagni in fase difensiva. Cristiano Ronaldo è stata la stella del Real Madrid che ha vinto la Champions. Messi, anche se non sembra, ha disputato un Mondiale fantastico, giocando per la squadra. Alla fine, io credo che lo vincerà Neuer”.
La chiusura è sul suo rapporto con Ancelotti: “Carlo è un grande allenatore. Ho tanti ricordi legati a lui, siamo rimasti amici. Ero felice quando l’ho visto vincere la Champions col Real. Inoltre il ricordo più bello della mia carriera è proprio la Champions vinta con Carlo Ancelotti. C’era uno spirito positivo, la squadra aveva voglia di vincere, avevamo un grande rapporto con l’allenatore”.
This post was last modified on 5 Gennaio 2015 - 16:16