Lento, impacciato, ampiamente prevedibile. Nelle ultime tre desolanti uscite stagionali del Milan, sono questi i tre aggettivi più ricorrenti che sono stati più volte pronunciati per descrivere il gioco rossonero. Un gioco che dovrebbe partire dal centrocampo, forse il reparto che più sta facendo fatica in questo disastroso inizio di 2015. Chi dovrebbe avere l’onere di prendere per mano squadra e reparto, come Riccardo Montolivo, è forse la nota più deludente di tutte. Insieme a Menez, infatti, il capitano rossonero è stato sicuramente il peggiore in campo control’Atalanta.
E, così, la manovra rossonera invece di giovare del suo rientro in campo, dopo i mesi di assenza per infortunio, sta mostrando un’involuzione preoccupante. Non è giusto addossare tutte le colpe sull’ex viola, ma, da quello che viene ritenuto il centrocampista più tecnico dell’intera rosa a disposizione di Filippo Inzaghi, nonché dal capitano della squadra, ci si attende certamente qualcosa in più. Montolivo sta deludendo sia a livello tecnico, e ci può anche stare in parte, ma soprattutto a livello di personalità, dando ragione a chi ha da sempre criticato la scelta della società di affidargli quella storica fascia da capitano.
Riccardo con la sua lentezza e prevedibilità permette spesso agli avversari di prendergli le contromisure ed espone la squadra a ripartenze sanguinanti. In un centrocampo mediocre come quello rossonero la sua classe dovrebbe fare la differenza, mentre in questo momento lo sta facendo, ma al contrario. Non è facile per nessuno tornare subito lucidi e in forma dopo sei lunghi mesi di stop per un gravissimo infortunio, ma manca la cattiveria, la personalità, la convinzione. Forse sarebbe ora, da parte della società, di smetterla nel continuare a comprare esterni d’attacco e mezze punte e di cercare qualcuno, in mezzo al campo, che tolga a Montolivo l’onere di avere da solo le chiavi della mediana rossonera.