Fabrizio Villa collabora con SpazioMilan.it da settembre 2011, dopo esser stato realizzatore nel 2010 per Sky Sport. E’ opinionista a “Milan Time”, un’ora di notizie rossonere nel palinsesto pomeridiano di Radio Milan Inter (96.1 FM e canale 288 del DTT).
Le risorse economiche per fare mercato sono prossime allo 0. Lo erano quest’estate e lo sono tutt’ora in questa finestra invernale. E’ un fatto conclamato, nessuno può più stupirsi, occorre soltanto prenderne atto una volta per tutte.
Contestualmente è impossibile non accorgersi delle difficoltà importanti della squadra in questo inizio di 2015. Pertanto acquisire nuovi giocatori è un’assoluta necessità, altrimenti anche il parafulmine Inzaghi non resisterà a lungo.
Come rinforzare una rosa senza andare in ‘all in’ -con tutti i rischi in caso di mancato terzo posto- come hanno fatto i cugini? Molto semplicemente attraverso scambi, proprio come Cerci-Torres. Perché anche se per qualcuno quest’impresa appare improbabile, è noto che da settimane ci sia più che un semplice interesse da parte del Newcastle per Niang, attraverso il quale si potrebbe arrivare a Santon. Mentre visti gli ammiccamenti, tra le altre dell’Atalanta, nei confronti di Saponara, si potrebbe giungere con sforzi minimi anche a Baselli, centrocampista di costruzione classe ’92 in forza alla Dea, con già 97 presenze da professionista.
Vero, non sono nomi di caratura internazionale. Non sono nomi che verranno sbattuti in prima pagina, ma sono profili che senza esborsi esagerati, possono innanzitutto dar vita ad un progetto. Umile, con prospettiva e con più che discrete possibilità di crescita. Senza voli pindarici, solo con la consapevolezza che i cicli vincenti, il Milan li ha sempre costruiti con tanti italiani titolari. Abate, Santon, De Sciglio (se solo ritrovasse sé stesso), Baselli, Bonaventura, Cerci, Montolivo, Pazzini, El Shaarawy, possono rappresentare l’ossatura di un Diavolo made in Italy, che non ci regalerà 2 Champions in 10 anni, ma che tuttavia avrebbe la possibilità di tornare ad esser competitivo in Italia.
I tifosi chiedono concretezza, chiedono logica. Illudersi di poter colmare il gap con Juve e Roma gridando ‘hip hip hurrà’, non serve a nessuno. La credibilità della società, viene prima di ogni altra cosa e va ricostruita in fretta.
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