Sembra di essere nelle sabbie mobili: più cerchi di muoverti per uscire, più finisci sotto. El Shaarawy è ripiombato nell’incubo dopo l’infortunio, ufficiale da ieri, nel finale di Lazio-Milan. E adesso la stagione, la seconda di fila, è (quasi) finita in inverno, approfondisce stamane La Gazzetta dello Sport.
Di nuovo un guaio fisico (nel 2013 subì la microfrattura al quarto metatarso del piede sinistro, oggi quella composta del mignolo del piede destro). di nuovo un lungo stop. Scelta ancora la terapia del trattamento conservativo, sperando non vada come ad allora visto che il Faraone alla fine fu comunque costretto ad operarsi. Traducendo la diagnosi in giorni di stop, non tornerà prima di due mesi e mezzo (metà aprile). Un problema causato da un normale contrasto di gioco: Stephan, pressando Mauricio, ha impattato con il corpo dell’avversario cadendo a terra e ricevendo un pestone fortuito ma doloroso. Ecco il crack, smascherato (zoppicava parecchio) nel post-Olimpico sull’aereo che ha riaccompagnato la squadra a Milano. Decisiva la seconda botta in meno di sette giorni dopo il problema causato da Benalouane a San Siro, a cui è seguito anche un controllo in ospedale dall’esito negativo. Stavolta invece il “caro” professor Van Dijk ad Amsterdam non poteva farci nulla.
Un colpo psicologico importante, sottolinea la Rosea, per un attaccante in piena riserva di gol e alla ricerca di se stesso: insieme ad Inzaghi stava cercando la continuità, pur con delle panchine. Unica magra consolazione: ci è già passato e sa come uscirne. El Shaarawy non molla e affronterà tutto a cresta alta.