Lino Dimitri è giornalista pubblicista dal 2012. Redattore di SpazioMilan.it dal settembre 2011: è sua la firma nell’editoriale del sabato. Lavora nella redazione di LecceNews24.it occupandosi di cronaca, politica, eventi e sport e collabora con CalcioMessina.it. In passato ha collaborato con Bordocampo.net e Sportmain.it.
In questo inizio di 2015 la squadra rossonera ha subito un’umiliazione dietro l’altra, tra risultati e prestazioni indecorose che hanno fatto vergognare la maggior parte dei tifosi di tenere a questi colori. Il tifoso, quello vero, poi, si sa, è l’unico che soffre davvero, che torna a casa triste e sconsolato e che cambia umore a seconda dai risultati della propria squadra. Sì, proprio quel tifoso che, ormai dall’estate del 2012, è costretto a ingoiare prese in giro e umiliazioni in serie, a disaffezionarsi subito dei propri campioni e a non poter gioire più di tanti per gli effimeri successi.
Abbiamo scelto, non a caso, l’estate del 2012 perché proprio nel mese di luglio di quell’anno, si consumò il grande tradimento, da parte del Presidente Silvio Berlusconi nei confronti dei suoi tifosi. A maggio si era chiusa un’era e gente come Gattuso, Nesta, Inzaghi, Seedorf, Zambrotta, Van Bommel, aveva detto addio al Milan che era rimasto, tutto ad un tratto e tutto insieme, privo delle sue bandiere. C’erano Thiago SIlva e Zlatan Ibrahimovic e da lì si doveva ripartire. A giugno, proprio il presidente Berlusconi, rispedì al mittente le offerte del Psg e dichiarò il centrale brasiliano incedibile, investendolo come capitano futuro del Milan (dopo l’addio di Ambrosini).
Un mese dopo Thiago SIlva e Ibrahimovic presero la strada di Parigi e i tifosi del Milan rimasero spiazzati, disorientati. Bene, si farà mercato, qualcuno pensò. E invece, si comprò a zero, in prestito e la cifra guadagnata dalle due cessioni rimase interamente nelle casse societarie. Ci dissero che serviva a coprire i buchi di bilancio, molti se la sono bevuta, ma Allegri fece il miracolo terzo posto e cancellò, in parte, il malcontento dei tifosi. Da quel momento in poi, però, il mercato rossonero ha seguito sempre lo stesso filo logico e, a parte per i soldi spesi (male) per Matri e Balotelli, si è continuato a vendere i (pochi) prezzi pregiati e a comprare in prestito o a parametro zero, continuando a regalare ingaggi monstre a calciatori di dubbio valore.
Ora, dopo il siluramento di Seedorf, reo soltanto di aver chiesto una rosa da Milan, è stato chiamato Pippo Inzaghi con il diktat di essere aziendalista e di continuare a cercare di fare le nozze con i fichi secchi. La squadra deve andare in Champions, si continua a dire, non è inferiore a nessun altra in Serie A e a breve tornerà a lottare per i posti che competono al Milan. Intanto, si assiste all’ennesimo fallimento di una squadra senza capo né coda, senza identità, senza anima e ad acerrimi rivali (Juventus) che continuano a dominare e vincere i campionati, mentre altri (Inter) che hanno un progetto chiaro e preciso e ci soffiano gli obiettivi di mercato. Presidente, per il bene del Milan, la preghiamo di smetterla, la preghiamo di tornare ad amare questa squadra, oppure si faccia da parte.
This post was last modified on 24 Gennaio 2015 - 12:20